Fusariosi del frumento
La fusariosi del frumento è una malattia causata da diversi patogeni del genere Fusarium, un raggruppamento di funghi imperfetti comprendente al suo interno forme specializzate. Essa può presentarsi come “mal del piede”, evidenziabile soprattutto nel periodo tra levata e spigatura del grano (segni di marciume radicale e sintomi a carico della parte bassa del culmo con necrosi e disfacimento dei tessuti, comparsa di efflorescenze biancorosate, imbrunimenti di guaine e foglie), o come “fusariosi della spiga” (la spiga può essere invasa in tutte le sue parti manifestando sintomi di disseccamento, mancata formazione o ridotto sviluppo delle cariossidi, comparsa di masserelle il cui colore in talune specie patogenetiche è rosato [ 23 ]). La diffusione dei patogeni avviene per mezzo di propaguli asessuati, i micro- e i macroconidi di aspetto talvolta falciforme [ 24 ], responsabili delle infezioni alla spiga. Sopravvivenza e perpetuazione si realizzano in vari modi: micelio svernante sui residui della coltivazione, formazione di organi resistenza (clamidospore [ 25 ]), vita saprofitaria su specie vegetali spontanee, colonizzazione dell’embrione del seme. Alcune specie di Fusarium presentano una riproduzione sessuata formando strutture riproduttive, dette periteci [ 26 ], entro le quali maturano ascospore capaci di iniziare un ciclo infettivo. Oltre ai danni diretti sulla coltura per perdita di produzione, peggioramento della qualità della granella, diminuzione di germinabilità e vigore del seme, la fusariosi è temuta per l’accumulo di micotossine (fusario-tossine) che finiscono nei prodotti destinati all’alimentazione. Le fusario-tossine più frequenti su frumento sono il deossinivalenolo (DON), il nivalenolo (NIV) e lo zearalenone (ZEN). DON e NIV hanno effetti tossici di tipo emorragico, immunosoppressori e dermatotossici; lo ZEN ha effetto estrogeno-simile. A causa della pericolosità delle micotossine per la salute umana (esiste inoltre anche un ambito di rischio e danno in zootecnia per contaminazione dei mangimi e foraggi) sono state prodotte, sia a livello comunitario che nazionale, normative atte a definire i limiti massimi ammessi nei cereali e derivati.