4   Artropodi: Aracnidi e Crostacei

     Aracnidi
Gli Aracnidi (classe Arachnida, dal greco arachne: ragno) sono un gruppo numeroso e diversificato, comprendente più di 50.000 specie: ragni, opilioni, scorpioni, pseudoscorpioni e acari.

     Ordine Araneae: Ragni
Si conoscono più di 35.000 specie di ragni diffuse in tutto il mondo. Il loro corpo è suddiviso in cefalotorace e addome, collegati tra loro da un sottile peduncolo, privo di un’apparente segmentazione esterna. Presentano quattro paia di zampe ambulacrali e sono sprovvisti di antenne [ 69 ]. 
Tutti i ragni sono predatori e si nutrono prevalentemente di insetti svolgendo così un importantissimo ruolo di limitatori naturali. Le appendici boccali sono costituite da un paio di pedipalpi, con funzione sensoriale, e da un paio di cheliceri, funzionanti come artigli dotati di ghiandole velenifere il cui secreto uccide le loro prede. 
Molti ragni catturano le prede con ragnatele di seta e spesso praticano una digestione esterna iniettando succhi ricchi di enzimi digestivi che liquefanno i tessuti e aspirano nello stomaco il risultante alimento fluido.

     Ordine Opiliones: Opilioni
Comuni in tutto il mondo, questi curiosi animali sono facilmente distinguibili dai ragni poiché cefalotorace e addome sono uniti tra loro senza presenza di un peduncolo e l’addome presenta un’evidente segmentazione esterna. Hanno quattro paia di lunghe e sottili zampe che possono facilmente staccarsi dal corpo. Si nutrono sovente di detriti e predano insetti [ 70 ].

     Ordine Acarina: Acari
Sono piccoli Artropodi [ 71 ] dotati di quattro paia di zampe allo stadio adulto; i maschi sono spesso più piccoli delle femmine e talvolta di diverso aspetto. Il corpo, ricoperto da una cuticola poco sclerificata con setole e varia colorazione, è di forma ovoidale, piriforme, sovente appiattito oppure, come negli Eriofidi, allungato e vermiforme. Non è evidente la segmentazione, e in esso si distinguono: 
gnatosoma, porzione portante le appendici boccali: cheliceri e pedipalpi (i cheliceri possono essere allungati a costituire uno stiletto con funzione pungente); 
podosoma, porzione dotata di zampe; 
opistosoma, parte senza appendici. 
I sessi sono generalmente separati, ma è frequente la partenogenesi; gli acari sono normalmente ovipari con casi non rari di viviparità e ovoviviparità. Dall’uovo nasce una larva a sei zampe che si sviluppa passando per stadi ninfali. 
In condizioni avverse, sia allo stato giovanile sia in quello adulto, lo sviluppo si arresta e l’individuo entra in diapausa. 
Molte specie di acari conducono vita libera nutrendosi di detriti. Nella polvere delle case è comune Dermatophagoides farinae che, con specie affini, è causa di allergie e dermatiti per l’uomo. 
Numerose sono le specie acquatiche marine e di acque dolci, ma sono importantissime le specie parassite di animali e piante, mentre non mancano le specie utili che vivono a carico di acari e insetti fitofagi. 
I danni causati dagli acari detti fitomizi (fitofagi che pungono e succhiano) sulle piante sono determinati dalla puntura dei tessuti vegetali, in particolare gemme e foglie, con sottrazione del contenuto cellulare (acari plasmomizi) e conseguenti clorosi e avvizzimento delle parti colpite. 
Talvolta si hanno malformazioni, galle, abnorme pelosità per ingrossamento dei peli (erinosi), condizioni stimolate da sostanze che l’acaro immette nei tessuti.

     Acari di interesse agrario
Gli Acari di maggior interesse agrario sono compresi nelle seguenti categorie sistematiche. 
Famiglia: Tetranychidae Comunemente chiamati “ragnetti”, sono plasmomizi e provocano le tipiche bronzature, gli ingiallimenti e le argentature fogliari. La famiglia è suddivisa in due sottofamiglie: Tetranychinae, con le zampe lunghe al massimo quanto il corpo, e Bryobiinae, con le zampe anteriori sempre più lunghe del corpo. 
Famiglia: Tenuipalpidae Hanno corpo appiattito e colore rossastro, sono plasmomizi su piante ornamentali, vite, agrumi, conifere. Le specie veramente dannose sono poche. 
Superfamiglia: Tetrapodili Comprende specie di forma atipica, vermiformi, provviste di due sole paia di zampe, a respirazione cutanea. Hanno dimensioni ridotte; sono esclusivamente fitomizi e, con l’immissione di saliva nelle gemme, foglie e frutti, determinano rugginosità, galle, erniosi. Molto importanti sono la famiglia Phytoptidae, con il genere Phytoptus, e la famiglia Eriophyidae [ 72 ], in cui troviamo specie vettrici di virus. 
Famiglia: Tarsonemidae Annovera specie fitomize, parassite di insetti e fungivore. Si tratta di piccoli acari dal tegumento lucido, con accentuato dimorfismo sessuale. 
Superfamiglia: Acaridiae, fam. Tyroglyphidae, Glycyphagidae, Carpoglyphidae Sono acari di forma ovale con tegumento molle di colore dal bianco al giallo, comprendenti specie dannose alle derrate alimentari. Tra le specie ematofaghe che infestano uomini e animali ricordiamo quelle, appartenenti all’ordine degli Ixodidi, comunemente note come zecche. Questi acari, con le loro punture, oltre a provocare fastidiose irritazioni cutanee possono essere vettori di pericolose malattie batteriche e virali.

     L’eriofide vescicoloso del pero
Gli eriofidi sono acari fitofagi di piccolissime dimensioni (solitamente 150-200 μm), di aspetto vermiforme, senza occhi e apparati respiratorio ed escretore, dotati di due sole paia di zampe anziché le quattro caratteristiche degli altri afferenti alla classe degli Aracnidi a cui appartengono come sottoclasse. 
Nel corso del ciclo annuale, in alcune specie appaiono due forme femminili: una in primavera (protogina) deputata a moltiplicare la popolazione, e una in autunno (deutogina) destinata a svernare nascosta entro le gemme o altri ripari sulla pianta ospite. 
Gli eriofidi vivono generalmente sugli organi epigei delle piante dove provocano in pratica due tipi di danni: alterazioni di colore e aspetto rugginoso sulle foglie e qualche volta sui frutti (per questo indicati comunemente con l’epiteto di “rugginoso”); galle evidenti e talora assai caratteristiche (eriofidi galligeni) oppure accompagnate da formazioni feltrose (erinosi). 
Sul pero si possono incontrare due specie appartenenti ai due tipi: l’eriofide rugginoso (Epitrimerus pyri), ritenuto più pericoloso, e l’eriofide vescicoloso (Eriophyes pyri). 
L’attività trofica di quest’ultimo produce, sul dorso delle foglie, galle di aspetto vescicoloso [ 73a ], inizialmente di colore verde chiaro e, successivamente, brune per necrosi dei tessuti, mentre nella pagina inferiore si forma in corrispondenza una sorta di feltrosità scura, dovuta a uno sviluppo ipertrofico di peli, su cui è visibile un foro prodotto dalla femmina che si è infeudata [ 73b ]. 
Sollevando questa feltrosità si può osservare la sua progenie [ 73c ]. Al microscopio è ben visibile la presenza delle quattro zampe e la conformazione dell’apparato boccale [ 73d ]. 
Nel corso della stagione questo eriofide può svolgere da 2 a 4 generazioni e, se l’infestazione è sostenuta e precoce, possono essere attaccati anche fiori e frutticini in formazione con rischio di cascola. 
La difesa può rendersi consigliabile quando vi sia stata una forte presenza dell’eriofide: in tal caso occorre intervenire non oltre la fase di gemma rigonfia con olio bianco per frenare la colonizzazione delle foglie. 
In fase di sviluppo vegetativo, se strettamente necessario, si impiegano insetticidi-acaricidi (ad es. abamecitna). In regime di agricoltura biologica si può ricorrere allo zolfo con le dovute cautele a causa della fitotossicità dello zolfo stesso.

     Classi Chilopoda (centopiedi) e Diplopoda (millepiedi)
Comunemente detti miriapodi e, rispettivamente, centopiedi e millepiedi, sono Artropodi terrestri con corpo cilindrico, nettamente diviso in segmenti: su ognuno di tali segmenti troviamo nei Chilopodi un paio di zampe e nei Diplopodi due paia di zampe composte da cinque articoli. 
Vivono in luoghi bui e umidi, in suoli ricchi di sostanza organica, nei cumuli di foglie e sotto le cortecce. 
I Chilopodi sono normalmente dei predatori, hanno il corpo appiattito con il primo segmento dotato di stiletti veleniferi utilizzati per uccidere le loro prede (lombrichi, insetti, aracnidi, ecc.). 
I comuni centopiedi delle case appartengono al genere Scutigera (con 15 paia di zampe [ 74 ]); un altro genere ben noto è Scolopendra (con 21 paia di zampe). 
I Diplopodi hanno corpo cilindrico e in genere sono erbivori, si nutrono di sostanze vegetali e animali in decomposizione, ma anche di piante vive risultando talvolta dannosi su piantine giovani, specialmente in primavere fredde e umide.

     Crostacei
Sono i soli Artropodi dotati di due paia di antenne. Alcune specie, appartenenti all’ordine Isopoda e ai generi Oniscus, Porcellio, Armadillidium, possono causare danni in agricoltura [ 75 ].
Si tratta di Artropodi dal corpo segmentato, ovale, allungato, lungo da 0,7 a 1,5 cm. Necessitano di un elevato livello di umidità nel suolo e nell’atmosfera e quando sono disturbati si arrotolano su se stessi. Si nutrono in genere di vegetali in decomposizione, ma possono rodere foglie, steli, radici causando danni soprattutto in serre, semenzai e piante in vaso [ 76 ].

NUOVE Biotecnologie Agrarie e Biologia Applicata
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