2   Insetti, ambiente e agricoltura

     Ecologia
Negli ambienti naturali le popolazioni di insetti sono ciclicamente soggette a fluttuazioni quantitative (gradazioni). Da un iniziale livello di latenza si può giungere a livelli di grande abbondanza (picchi di sviluppo) per poi tornare alle condizioni iniziali (retrogradazione). Questo andamento ciclico è influenzato da vari fattori: 
abiotici, quali la temperatura, il vento, le piogge e le altre meteore, l’umidità atmosferica, le tipologie di suolo e il suo contenuto in sostanza organica e acqua; 
biotici, quali la disponibilità di cibo, la fecondità della specie, il sovraffollamento, i virus, i batteri, i funghi entomopatogeni, gli entomofagi (nematodi, miriapodi, ragni, acari, insetti, vertebrati), la resistenza delle piante (repellenza, antibiosi, tolleranza). 
Il ciclo vitale degli insetti è inteso come l’insieme dei fenomeni di crescita e riproduzione che dall’uovo di una generazione conducono all’uovo della generazione figlia. 
Le specie possono essere: 
monovoltine, fanno una sola generazione all’anno: ad esempio cinipide del castagno; 
polivoltine, fanno più generazioni all’anno: ad esempio afidi con decine di generazioni in 12 mesi; 
poliennali, specie che svolgono una generazione in più anni: ad esempio la cicala americana, Magicicada septemdecim, compie il proprio ciclo in 17 anni! 
Se le condizioni ambientali sono sfavorevoli, l’attività vitale può essere temporaneamente interrotta; si parla allora di: 
quiescenza, per le momentanee interruzioni di attività dovute a clima sfavorevole; 
diapausa, per le interruzioni fisiologicamente automatiche indotte dal variare della temperatura e del fotoperiodo (diapausa invernale, diapausa estiva). 
L’induzione e il termine della diapausa sono controllati da un orologio fotoperiodico e da un contatore biologico che accumula le durate notturne, meccanismi fisiolo- gici attivi nell’insetto in particolari periodi del ciclo vitale, detti periodi sensitivi.

     Ruolo degli insetti in agricoltura
Gli insetti, dal punto di vista strettamente agrario, possono essere nei confronti delle colture: utili (ausiliari), indifferenti e dannosi
Insetti utili
impollinatori, detti anche pronubi
predatori e parassitoidi di specie dannose; 
produttori di sostanze utili, come miele, cera, polline, pappa reale, seta, lacca, coloranti naturali. 
Gli insetti indifferenti sono quelli che non interferiscono con le attività produttive. 

Insetti dannosi
fitofagi, che si nutrono di vegetali e si dividono in: 
- fillofagi: mangiano le foglie; 
- fillominatori: scavano gallerie nelle foglie; 
- antofagi: si nutrono di fiori [ 34 ]; 
- carpofagi: mangiano i frutti; 
- spermofagi: attaccano i semi; 
- xilofagi: mangiano il legno [ 35 ]; 
- rizofagi: si nutrono di radici; 
- fitomizi: si nutrono di linfa elaborata (floemomizi), di linfa grezza (xilemomizi), di contenuto cellulare (plasmomizi); 
induttori di anomalie istologiche, ad esempio gli insetti che, iniettando la loro saliva in gemme o rami, determinano la produzione di galle o cecidi in cui sovente si sviluppa in seguito la prole; 
distruttori di derrate alimentari, che possono essere rese inutilizzabili per la presenza di escrementi, uova, larve; 
zoofagi, che vivono danneggiando l’uomo o gli animali; 
vettori di agenti patogeni (protozoi, virus, batteri, funghi).

NUOVE Biotecnologie Agrarie e Biologia Applicata
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