1   I funghi: caratteri generali

     Introduzione
I funghi tradizionalmente costituivano un regno comprendente organismi accomunati dall’essere eucarioti, eterotrofi, privi di clorofilla, filamentosi (raramente sono fatti di singole cellule) e riproducentisi per spore. Il termine spora viene comunemente impiegato nell’accezione generica di “elemento di propagazione” (noi preferiamo usare in tale senso, per scelta didattica, il termine propagulo), ma come vedremo nel corso del presente capitolo, esso può essere adottato, con specifiche anche lessicalmente diverse, in relazione a fenomeni di sessualità e di riproduzione agamica. 
L’avanzamento delle conoscenze di biochimica, genetica, biologia ultrastrutturale e molecolare ha portato a un’impostazione sistematico-evolutiva dei funghi secondo il criterio dell’origine polifiletica: così alcuni gruppi sono stati considerati solamente Pseudofunghi e assegnati ai Regni dei Chromista (sinonimo = Straminipila) e dei Protozoa. Inoltre, altri funghi veri e propri, dei quali tuttavia non è noto lo stadio sessuato, sono classificati (per quanto possibile in base alle conoscenze sopra citate) nei phyla di cui è nota la riproduzione sessuata e, solo in mancanza di sicuri riferimenti, sono assegnati provvisoriamente a un raggruppamento denominato Funghi mitosporici, ossia funghi di cui è nota solo la fase mitotica di riproduzione. In passato questi miceti erano elevati al rango di taxon con il nome di Deuteromiceti, o Funghi imperfetti, e classificati con l’usuale sistema di nomenclatura binomiale. 
Con l’individuazione della corrispondente forma sessuata (già classificata o classificabile nei Funghi perfetti), a questi funghi è stato dato, nel tempo, un doppio nome muovendo dalla convinzione che le due forme, agamica e gamica, siano in stretto rapporto metagenetico tra loro (in alcuni casi esistono addirittura più di due nomi riferiti a stadi sessuali o asessuali dello stesso fungo); l’abitudine all’uso del doppio nome è ancora presente anche se attualmente i termini utilizzati per identificare lo stadio (o forma) sono i seguenti: 
stadio di anamorfo per quello imperfetto; 
stadio di teleomorfo per quello che presenta la riproduzione sessuata. 
L’intero ciclo del fungo, nella sua completezza, è detto ciclo olomorfico
Nell’ambito della classificazione seguita, sono presi in considerazione i seguenti Regni e phyla. 
Il Regno dei Chromista include il phylum degli Oomycota, in cui sono collocate specie di grande interesse fitopatologico. 
Il Regno dei Protozoa annovera alcune specie fitopatogene nel phylum dei Plasmodiophoromycota. 
Il Regno dei Funghi, o Eumycota, è suddiviso nei quattro phyla o gruppi: Chytridiomycota; Zygomycota; Ascomycota; Basiodiomycota. 
Il primo gruppo include specie patogene (es. Synchytrium endobioticum, Olpidium brassicae), mentre gli Zygomicota sono funghi a ife non settate con habitat generalmente terrestre e abitudini saprofitarie; occasionalmente sono deboli patogeni, non producono micotossine e sono comunemente noti come “muffe” [ 1 ]. I gruppi Ascomycota e Basidiomycota annoverano numerose e importanti specie fitopatogene. 
I funghi fitopatogeni hanno bisogno, per sviluppare il loro ciclo, e in particolare per la germinazione dei propaguli o spore, della presenza di una certa quantità di acqua. 
Questa acqua disponibile, cioè utilizzabile per le varie funzioni, è scientificamente esprimibile come attività dell’acqua con la sigla aw (water activity): questo parametro misura lo stato di energia dell’acqua in un dato sistema, anche biologico, e si identifica col rapporto tra la pressione di vapore rilevato e quello dell’acqua pura alla stessa temperatura; i funghi richiedono valori di aw di almeno 0,7 (i batteri, viceversa, sono ancora più esigenti, necessitando di valori non inferiori a 0,91). I funghi costituiscono il gruppo più numeroso dei patogeni delle piante e sono responsabili di danni economicamente rilevanti alle colture agrarie.

     Morfologia
Il corpo (comunemente chiamato tallo) dei funghi è costituito da elementi allungati disposti in filamenti, chiamati ife. Le ife possono essere semplici o ramificate e, nel loro insieme, costituiscono il micelio. Esso rappresenta la parte vegetativa del fungo, interessata allo sviluppo, all’assorbimento delle sostanze nutritijiuiuive e alla costruzione dell’apparato riproduttivo; quest’ultimo è deputato alla propagazione della specie e, come vedremo, presenta una grande varietà di strutture morfologiche. In questo caso si parla di tallo eucarpico in quanto presenta sia strutture vegetative rizoidali sia strutture riproduttive. 
Le ife propriamente dette sono uninucleate o binucleate e settate: dunque il micelio è di aspetto cellulare e il setto (cioè il punto di separazione tra un’ifa e l’altra) si forma contestualmente alla divisione nucleare. Esso è provvisto di un poro che consente il flusso del materiale protoplasmatico: gli ascomiceti hanno in generale setti con pori semplici, attraverso i quali possono passare organuli completi, mentre nei basidiomiceti il poro ha una struttura conformata in modo tale da selezionare gli scambi tra le due cellule adiacenti [ 2 ]. 
Tuttavia, dal punto di vista funzionale il micelio è da considerarsi di tipo cenocitico, in quanto le cellule ifali non sono compartimentate come quelle dei tessuti degli organismi superiori; inoltre, in certe fasi di sviluppo, si possono osservare situazioni di plurinuclearità (più nuclei all’interno della stessa cellula). 
I funghi meno evoluti degli Eumycota e gli Pseudofunghi sono scarsamente settati o mancano addirittura del setto, così che il micelio è cenocitico anche per l’aspetto morfologico; dal punto di vista evolutivo la condizione di cenocitosi consente un incremento della variabilità genetica, grazie ai particolari fenomeni biologici di scambio di materiale genico, vicariando in tal modo la mancanza di riproduzione sessuata. In alcuni casi i funghi sono unicellulari (es. i lieviti inclusi negli ascomiceti) oppure lo possono diventare (es. certi patogeni del gruppo degli Ustilaginales fatti crescere su terreni di coltura artificiali). In questo caso si parla di tallo olocarpico: la cellula vegetativa si trasforma cioè in toto in apparato riproduttivo. 
Il micelio può dar luogo a strutture di tipo tissutale (paragonabili ai tessuti delle piante superiori), così denominate: 
plectenchima: le ife sono ramificate e intrecciate più o meno lassamente a formare una sorta di pseudotessuto (se le ife sono cementate si parla di pseudoparenchima); 
cordoni ifali: le ife corrono parallelamente e sono anastomizzate; 
rizomorfe: le ife decorrono parallele, solitamente non sono ramificate, ma sono riunite in strutture complesse, con porzioni intrecciate, simili a organi; 
stromi: intrecci di ife cementate con funzione di organi di resistenza e di riserva; 
sclerozi: formazioni simili agli stromi, ma rivestite di un mantello contenente melanina e indurito (cortex). L’ifa presenta parete, membrana cellulare e citoplasma [ 3 ] con le tipiche strutture e gli organuli della cellula degli organismi eucarioti. 
1. La parete ha struttura fibrosa, caratteristica che garantisce all’ifa sia l’opportuna protezione verso l’ambiente esterno sia la necessaria rigidità per bilanciare la pressione osmotica interna. È composta principalmente da cellulosa negli Pseudofunghi e da chitina nei Funghi veri, oltre che da altri componenti fra i quali è particolarmente importante, dal punto di vista fitopatologico, il chitosano che può fungere da elicitore attivando i meccanismi di difesa della pianta. 
2. La membrana cellulare è formata da un doppio strato di fosfolipidi su cui si trovano proteine e steroli, e tra questi ultimi in particolare l’ergosterolo, che caratterizza i Funghi veri (nelle piante si hanno i fitosteroli e negli animali il colesterolo); viceversa gli steroli degli Pseudofunghi sono simili a quelli delle piante. La citata differenza di composizione comporta un certo interesse dal punto di vista fitoiatrico, poiché esistono fungicidi che interferiscono sul metabolismo degli ergosteroli, e che quindi sono inefficaci contro quei fitopatogeni produttori di fitosteroli (es. peronospore). 
3. L’apparato di secrezione comprende il reticolo endoplasmatico, l’apparato di Golgi, un sistema di vescicole generate dall’apparto di Golgi che si accumulano nell’apice di accrescimento dell’ifa provvedendo all’apporto di nuovo materiale. 
4. I vacuoli, numerosi e dispersi nel citoplasma, sono destinati ad accumulare le sostanze più svariate. 
5. Il citoscheletro è costituito da una struttura dinamica di microtubuli e microfilamenti, il cui ruolo è fondamentale in alcuni processi morfogenetici (direzione di crescita, formazione dei setti) ed esistono differenze tra quello degli eumiceti e degli oomiceti. 
6. I mitocondri, come è noto, sono la sede della respirazione cellulare, posseggono una doppia membrana, contengono DNA, sono di forma e composizione variabile. 
7. Il nucleo è racchiuso da una doppia membrana munita di numerosi forellini che favoriscono gli scambi con il citoplasma. 
8. Nel citoplasma si trovano ribosomi e vari inclusi, come corpi lipidici e cristalli.

     Inquadramento tassonomico dei gruppi fungini fitopatogeni
In questo paragrafo prenderemo in considerazione i taxa comprendenti il maggior numero delle specie fitopatogene, cioè Ascomycota e Basidiomycota; inoltre tracceremo un profilo storico dei Funghi Mitosporici. 
La tassonomia fungina è oggetto di valutazione e interpretazione e quindi può differire in rapporto all’Autore e subire nel tempo modificazioni o risistemazioni. Analogamente possono variare i nomi attribuiti a una stessa specie e sono frequenti le sinonimie, ma in tali casi oggi con internet è possibile rapidamente e comodamente venire a capo di dubbi (esempi di siti di facile consultazione: http://www.cbs.knaw.nl/databases - http://www.indexfungorum.org/Names/Names.asp). 
In questa breve rassegna faremo riferimento all’inquadramento sistematico che si trova nei Fungal Web. Nella tabella [ 4 ] sono richiamate le regole di gerarchia e di nomenclatura. Nella terminologia scientifica il nome binomiale, con cui si identificano le specie, è accompagnato da nome/i o sigla/e relativa/e all’Autore/i che lo ha classificato e dalla data a cui risale la classificazione: tuttavia, in considerazione dello scopo didattico di questo testo, per semplicità utilizziamo il solo nome binomiale.

     Ascomycota
Il phylum Ascomycota si suddivide in tre subphyla (parecchi rappresentanti sono comunque di incerta sede):
Pezizomycotina: contiene oltre il 90% dei funghi del phylum con presenza dell’ascocarpo. 
Saccharomycotina: comprende i lieviti e le specie, in generale, unicellulari oppure organizzate in concatenazioni cellulari. 
Taphrinomycotina: costituito da specie molto disparate, in linea di massima accomunabili in base a caratteri individuabili con studi di genetica molecolare. 
I Pezizomycotina comprendono parecchie classi di cui menzioniamo, per il particolare interesse fitopatologico: 
- Dothidiomycetes, con gli ordini dei 
• Dothideales con la famiglia Dothideaceae; 
• Pleosporales con le famiglie: Leptosphaeriaceae (es. Leptosphaeria sp., Ophiobolus sp.); Pleosporaceae (es. Cochliobolus sp., Pleospora sp., Macrospora sp., Pyrenophora sp.). 
- Leotiomycetes, con gli ordini dei 
• Erysiphales con la famiglia Erysiphaceae (es. Erysiphe sp., Uncinula sp., Sphaerotheca sp., Podosphaera sp. ecc.). 
• Leotiales con la famiglia Sclerotiniaceae (es. Botryotinia sp., Sclerotinia sp.). 
- Sordariomycetes, con gli ordini dei 
• Diaporthales con la famiglia Valsaceae (es. Diaporthe sp., Endothia sp., Gnomonia sp., Vals sp.); 
• Hypocreales con la famiglia Nectriaceae (es. Nectria sp., Gibberella sp.); 
• Ophiostomatales con la famiglia Ophiostomataceae (es. Ophiostoma sp.); 
• Sordariales con la famiglia Ceratostomataceae (es. Ceratostoma sp.); 
• Xylariales con la famiglia Xylariaceae (es. Rosellinia sp.); 
• Famiglie di Incertae Sedis Magnaporthaceae (es. Magnaporthe sp., Gaeumannomyces sp.). 
- Dothideomycetes, con famiglie di Incertae Sedis: Botryosphaeriaceae (es. Botryosphaeria sp.); Elsinoaceae (es. Elsinoe sp.), Mycosphaerellaceae (es. Mycosphaerella sp., Guignardia sp.); Venturiaceae (es. Venturia).

     Basidiomycota
Il phylum Basidiomycota si suddivide in tre classi (con molte famiglie e generi Incertae Sedis): 
- Hymenomycetes;
- Teliomycetes; 
- Ustilagonomycetes. 
Gli Hymenomicetes annoverano fitopatogeni nei seguenti ordini: 
• Agaricales con la famiglia Marasmiaceae (es. Armillaria sp.); 
• Polyporales con le famiglie: Fomitaceae (es. Fomes sp.); Ganodermataceae (es. Ganoderma sp.); 
• Tulasnellales con la famiglia Ceratobasidiaceae (es. Ceratobasidium sp.). 
I Teliomycetes presentano un ordine di grande interesse fitopatologico:
• Pucciniales con le famiglie: Phragmidiaceae (es. Phragmidium sp.); Pucciniaceae (es. Puccinia sp., Uromyces sp.). 
Gli Ustilaginomycetes comprendono agenti di malattie negli ordini: 
• Ustilaginales con la famiglia Ustilaginaceae (es. Ustilago sp.); 
• Exobasidiales con la famiglia Exobasidiaceae (es. Exobasidium sp.).

     Funghi Mitosporici
I Funghi Mitosporici, o Funghi Anamorfici, sono un raggruppamento artificiale in quanto non hanno un’origine monofiletica e pertanto, attualmente, non sono considerati un gruppo suscettibile di inquadramento tassonomico. 
Tuttavia, vi appartengono molte specie fitopatogene che furono un tempo classificate in base alla struttura di riproduzione agamica in quanto non manifestano, o non erano state riconosciute, forme di riproduzione sessuata. Quindi, come si è già detto, si è radicata la prassi del doppio nome anche quando è stato possibile attribuire la forma anamorfica a un regolare gruppo tassonomico teleomorfico. 
Alcuni nomi di taxon in uso nella vecchia sistematica dei Funghi Mitosporici (chiamati Funghi imperfetti appunto perché mancanti o in cui non era riconosciuta la riproduzione sessuale) talvolta sono ancora usati informalmente, come Hyphomycetes con riferimento a funghi dall’aspetto muffoso (in inglese mold). 
Nella classificazione di Kendrick (1981) i Funghi imperfetti erano così suddivisi: 
• classe Hyphomycetes (sprovvisti di corpi fruttiferi); 
• classe Coelomycetes (caratterizzati dalla formazione dei conidi in corpi fruttiferi); 
• classe Agonomycetes (sprovvisti di elementi sporali) (detti anche Mycelia sterilia). 
Nella classificazione di Goidànich (1990) i Funghi imperfetti, aventi anche in questo caso il rango di classe (all’interno del gruppo degli Eumiceti) e denominati Deuteromycetes, comprendevano gli ordini: 
Sphaeropsidales (caratterizzati da fruttificazioni picnidiche); 
Melanconiales (caratterizzati da fruttificazioni del tipo acervulo); 
Hyphales (caratterizzati da fruttificazioni consistenti in conidiofori superficiali liberi). 
L’ordine Sphaeropsidales era suddiviso in famiglie sulla base della morfologia del picnidio (globoso, ostiolato, membranaceo o carnoso, ceroso, fessurato, a forma di disco o a coppa, ecc.) ed annoverava parecchi generi fitopatologicamente importanti quali: Phyllosticta, Phoma, Deuterophoma, Phomopsis, Cytospora, Coniothyrium, Sphaeropsis, Septoria, ecc. 
All’ordine Melanconiales erano ascritti, tra i generi più noti nello studio delle principali malattie delle piante, Colletotrichum, Gloeosporium, Marssonina, Coryneum, Pestalozzia, Cylindrosporium. 
L’ordine Hyphales era quello che comprendeva più generi di funghi agenti di malattie delle piante, inquadrati in famiglie in base alla caratterizzazione morfologica dei conidiofori (non addensati, riuniti in fasci o in ammassi detti sporodochi), tra i quali ad esempio: Monilia, Oidium, Botrytis, Verticillium, Piricularia, Cercosporella, Cycloconium, Fusicladium, Cladosporium, Helminthosporium, Alternaria, Cercospora, Graphium, Fusarium, Cylindrocarpum, ecc. 
Non pochi di questi nomi sono tutt’oggi ricorrenti, spesso nella forma italianizzata per designare comunemente patogeni e malattie (e si incontreranno nello studio delle malattie delle piante coltivate). Qualche esempio: la septoriosi (su diverse piante coltivate), la marssonina o bronzatura del pioppo, il corineo o vaiolatura delle drupacee, l’oidio (o mal bianco), presente nelle sue diverse specificità sulla generalità delle colture, la moniliosi o muffa a circoli (comune in particolare sui fruttiferi), la cercospora della barbabietola.

     Biologia
I funghi sono organismi eterotrofi e quindi devono approvvigionarsi delle sostanze necessarie al loro sostentamento da substrati organici o stabilendo rapporti con altri organismi viventi per l’apporto di carbonio organicato. 
Le esigenze nutrizionali sono complessivamente modeste, anche perché essi sono in grado di sviluppare un’elevata attività metabolica (in particolare i saprofiti) e allo stesso tempo sono capaci di notevole parsimonia alimentare, ma hanno comunque bisogno di un certo numero di macro- (C, O, H, N, P, K, S, Mg) e microelementi (Fe, Zn, Cu, Mo). Alcuni non sono capaci di metabolizzare i nitrati e i sali d’ammonio, per cui devono approvvigionarsi di azoto organico; altri invece necessitano di vitamine o di altre particolari sostanze. 
Le esigenze dei funghi biotrofi, che costituiscono una buona percentuale dei fitopatogeni, sono verosimilmente più complesse e non sempre conosciute, e anche per questi motivi essi sono più difficilmente allevabili su substrato artificiale. 
Il fabbisogno di acqua è importante per la crescita e la moltiplicazione dei funghi, e quando è insufficiente la loro attività si riduce fino a fermarsi. 
Essi sono organismi tendenzialmente acidofili, ma generalmente tollerano un intervallo di pH piuttosto ampio. L’ossigeno appare indispensabile, benché siano in grado di svilupparsi in ambienti a basso tenore di O2, come accade per quelli patogeni all’interno dei tessuti dell’ospite; anche la CO2 è necessaria per il metabolismo fungino. 
In ordine alla temperatura, i funghi vengono suddivisi in psicrofili, mesofili, termofili con un optimum termico, rispettivamente, intorno ai 10 °C (alcuni sono capaci di crescere anche a - 5 °C), 18-28 °C, 55 °C (con min. di 30- 32 °C). Tuttavia, se per il semplice sviluppo vegetativo si mostrano tolleranti, appaiono invece più esigenti nella fase di riproduzione. L’intervallo di sopravvivenza in genere va da 0 a 60 °C. 
Anche l’illuminazione gioca un ruolo nello sviluppo e nel ciclo biologico dei miceti; si presume inoltre che da essa dipenda la cosiddetta zonizzazione [ 5 ], fenomeno evidente nella crescita ad anelli concentrici delle spore sui frutti (Monilia fructigena). 
I funghi, a un certo momento del loro sviluppo, entrano in attività moltiplicativa. 
La riproduzione asessuata (vegetativa o imperfetta) assicura la diffusione della specie mediante elementi variamente generati: se prodotti per via esogena sono chiamati conidi e le ife che li hanno originati sono dette conidiofori [ 6 ]; se invece si formano all’interno di una speciale struttura detta sporangio, si chiamano sporangiospore e il relativo apparato portante è denominato sporangioforo. Le sporangiospore possono essere non mobili e allora vengono chiamate aplanospore, oppure, se dotate di flagelli e quindi mobili, sono dette zoospore [ 7 ]. 
Esistono poi propaguli generati sempre per via vegetativa, ma per frammentazione o gemmazione di ife, detti rispettivamente tallospore e blastospore, e strutture miceliali di resistenza che provvedono a conservare e perpetuare il fungo, chiamate clamidospore. Le strutture che portano conidi e spore asessuate sono variamente conformate, libere o riunite anche in formazioni caratteristiche [ 8 ]. 
Il ciclo biologico dei funghi prevede, come nella generalità degli organismi viventi, due eventi fondamentali: la meiosi, ossia una divisione riduzionale del nucleo che conduce all’aploidismo, e la zigosi, ossia l’unione di due nuclei di segno sessuale diverso. Questi eventi determinano un’alternanza tra una fase aploide e una diploide
La parte di ciclo compresa tra la gamia e la successiva meiosi costituisce la generazione diplonte, durante la quale il fungo svolge vita vegetativa e l’individuo è detto sporofito, mentre quella successiva alla meiosi, fino alla formazione dello zigote, è la generazione aplonte e l’individuo è chiamato gametofito [ 9 ]. Più precisamente, nel ciclo riproduttivo degli eumiceti è possibile distinguere tre momenti, in conseguenza di una separazione nel tempo tra fusione dei citoplasmi e dei nuclei delle cellulegamete: 
plasmogamia, consistente nell’unione dei protoplasmi da cui si origina la fase dicarion, cioè i due nuclei aploidi coesistono appaiati nella stessa cellula; 
cariogamia, consistente nella fusione dei nuclei e formazione dello zigote da cui si origina la fase diploide
aploidizzazione, corrispondente al processo di divisione meiotica da cui si origina la fase aploide
In linea generale, negli oomiceti, plasmogamia e cariogamia non sono separate, per cui il loro ciclo è assimilabile a quello aplodiplonte (alternanza di fasi aploide e diploide). Negli Ascomycota vi è un lungo dominio dell’aplofase, con fase dicarion molto breve che prelude alla cariogamia; nei Basidiomycota le varie fasi sono ben distinte con prevalenza della dicariofase [ 10 ]. 
Esistono funghi ermafroditi che presentano talli nei quali si originano contestualmente organi di riproduzione sia maschili che femminili, e funghi dioici nei quali gli organi riproduttivi maschili e femminili sono portati separatamente da talli distinti, condizioni denominate rispettivamente omotallismo ed eterotallismo. I gameti possono essere morfologicamente simili e sono detti isogameti (anisogameti quando invece sono morfologicamente diversi), ma geneticamente caratterizzati da sessualità complementari, denominate mating-type (negli ascomiceti contrassegnate dai segni “+” e “-”, nei lieviti invece da “a” e “α”). 
L’attrazione è mediata attraverso segnali chimici (feromoni, steroidi, carotenoidi). 
Nei basidiomiceti la compatibilità è più complicata essendo governata da due geni complessi, di cui uno coordina i fattori di trascrizione genetica e l’altro presiede la codifica di sostanze che permettono la comunicazione intercellulare. 
Inoltre, in ogni specie vi possono anche essere migliaia di mating-type tra loro compatibili, in quanto i geni mating- type sono multiallelici, caratteristica che aumenta la possibilità di combinazioni utili. 
La compatibilità/incompatibilità può verificarsi sia a livello di talli (fertilizzazione), quando si incontrano le ife per originare la fase dicarion, sia di nuclei (cariogamia). 
La logica evolutiva di ciascun vivente prevede l’inderogabile esigenza di assicurare la variabilità del proprio patrimonio genetico: uno dei modi per realizzarla è la ricombinazione del materiale genetico che, generalmente, si attua tramite la sessualità, anche se negli organismi più semplici può verificarsi anche attraverso processi vicarianti rispetto a quello sessuato. 
Nei funghi, infatti, sono noti i fenomeni di: 
eterocariosi, consistente nell’unione di ife di miceli diversi, ma di segno compatibile che portano alla costituzione di un micelio contenente nuclei geneticamente diversi; 
parasessualità, consistente in una sequenza di fusione somatica con successiva cariogamia tra due diversi nuclei aploidi; segue la divisione del nuovo nucleo per mitosi con successiva aploidizzazione. È nella fase mitotica del nuovo nucleo che si realizza il crossing-over, cioè la ricombinazione genetica (mentre nella riproduzione sessuale la ricombinazione genica avviene nella meiosi). 
La diffusione dei funghi fitopatogeni è affidata principalmente al vento (diffusione anemofila), in quanto spore e conidi sono di piccole dimensioni e leggeri a causa della scarsa propensione ad assorbire umidità. Gli spostamenti con le correnti d’aria sono dell’ordine di chilometri, ma le ruggini dei cereali possono trasmigrare in quota attraverso interi continenti. Anche la pioggia è un vettore di una certa importanza, quando è battente, perché stacca i propaguli e li diffonde con gli schizzi trascinandoli per ruscellamento. Inoltre, i funghi possono essere dispersi per mezzo di vettori animali, soprattutto insetti (diffusione zoofila) che, esercitando attività fitofaga su una pianta ammalata, si imbrattano di spore e poi le trasferiscono su una pianta sana (l’esempio più noto è quello della grafiosi dell’olmo, veicolata da insetti scolitidi che scavano gallerie tra la scorza e il legno). 
A differenza degli animali, il cui raggio di azione è limitato, l’uomo può fungere da vettore non solo con gli attrezzi e le macchine, ma con il commercio di prodotti per il consumo o la propagazione delle piante. 
Una volta dispersi, spore e conidi originano nuovo micelio attraverso il processo della germinazione
Il passaggio dalla fase di quiescenza a quello di attività fisiologica richiede specifiche condizioni ambientali come, nella generalità dei casi, la presenza di un velo d’acqua e di ossigeno, intervalli di temperatura più o meno uguali a quelli necessari per la crescita e talvolta disponibilità di fattori nutrienti o stimoli chimici (in particolare i funghi simbionti e patogeni). 
Alcune spore, similmente a quanto accade per certi semi di piante, non sono in grado di germinare subito, anche se poste nelle condizioni adatte, in quanto richiedono un periodo di latenza che viene interpretato come una preservazione contro occasionali segnali di stimolo non coerenti con i cicli naturali. 
Nella fase iniziale del processo di germinazione la spora si imbibisce di acqua (in un primo stadio per fenomeni chimico-fisici e in un secondo stadio per attività metabolica cellulare); durante questa fase verosimilmente si determinano le condizioni interne per la formazione del tubetto germinativo. 
I conidi degli ascomiceti e dei funghi mitosporici (privi di fase sessuale) germinano tipicamente con l’emissione di un tubetto germinativo che cresce in direzione apicale e genera un nuovo micelio sotto lo stimolo di determinati fattori presenti nell’ambiente, avvicinandosi quando essi rappresentano una risorsa (acqua, sostanze nutritive) o allontanandosi quando costituiscono un fattore di interferenza per il loro sviluppo (es. radiazioni luminose nella zona del blu). 
Zygomycota e Oomycota germinano liberando sporangiospore; in certi basidiomiceti, come gli agenti dei cosiddetti “carboni”, la spora durevole emette un promicelio entro il quale migra un nucleo 2n che poi si divide meioticamente generando quattro nuclei aploidi: il promicelio si setta separando quattro cellule con nucleo n, ognuna delle quali produce uno sporidio che si protende lateralmente e infine germina con tubetto germinativo.

FOCUS

MICELI STERILI

Di alcuni funghi non si conosce alcun tipo di propagulo (conidi, spore) generato attraverso la riproduzione sessuale o da strutture riproduttive asessuali; si tratta cioè di funghi che si moltiplicano vegetativamente per semplice frammentazione del micelio, e proprio a causa dell’assenza di organi riproduttivi vengono chiamati “miceli sterili” (SM = sterile mycelia). Di questo gruppo fa parte Zasmidium cellare, un fungo muffoso, di colore molto scuro, che ha il suo habitat in ambienti ricchi di etanolo (si può trovare sui muri delle cantine di vino) e per questo è chiamato “muffa da cantina”. Presenta un micelio con ife settate simile a quello degli Ascomycotina ma di esso è nota la sola riproduzione per frammentazione; i vignaioli lo ritengono un fungo utile perché si comporta come un mangiaodori di muffa.

NUOVE Biotecnologie Agrarie e Biologia Applicata
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