1 Genico, transgenico, biotecnologico
APPROFONDIMENTO 10
Principi di equivalenza sostanziale e di precauzione
Il principio di equivalenza sostanziale e il principio di precauzione sono principi importanti del diritto internazionale, applicati anche alla valutazione ambientale e alla sicurezza alimentare degli organismi geneticamente modificati.
Il concetto di equivalenza sostanziale (ES) fu enunciato nel 1991 dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e rielaborato nel 1996 congiuntamente dalla FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), che assieme all’Unione Europea si sono accordate sull’adozione del principio della “sostanziale equivalenza”, considerandolo come l’approccio più pratico per la valutazione della sicurezza degli alimenti e degli ingredienti alimentari OGM.
L’equivalenza sostanziale viene stabilita quando “le caratteristiche analizzate per l’organismo geneticamente modificato, o per lo specifico alimento da esso derivato, sono equivalenti alle stesse caratteristiche dell’organismo di paragone” [ 3 ].
L’alimento viene valutato così come è consumato e non solo in relazione al suo processo di produzione perché le sue proprietà e la sicurezza complessiva devono essere stabilite allo stesso modo degli alimenti prodotti usando i metodi convenzionali. La legislazione dell’Unione Europea richiede che i prodotti OGM siano sottoposti a una rigorosa valutazione che comprende una lista dettagliata di parametri e caratteristiche da tenere in considerazione, tra cui la caratterizzazione molecolare della modificazione genetica, la definizione agronomica e le valutazioni nutrizionali e tossicologiche. Se la sicurezza del nuovo prodotto è paragonabile (sostanzialmente equivalente) alla sua controparte convenzionale, allora il livello di “rischio” è equiparabile a quello degli altri alimenti. Se, invece, il prodotto OGM presenta nuove peculiarità o caratteristiche che lo rendono non più sostanzialmente equivalente (come un livello più alto di una vitamina), allora viene richiesta un’ulteriore valutazione che si concentra sugli effetti che la nuova caratteristica introdotta potrebbe avere sulla sicurezza del nuovo alimento.
Il principio di precauzione, o principio precauzionale, si basa sull’intuitivo concetto che “prevenire è meglio che curare” e che la “prudenza non è mai troppa”. Esso ha lo scopo di garantire un alto livello di protezione dell’ambiente e della salute umana, animale o vegetale, anche quando i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio.
Per questo motivo il principio di precauzione si applica non tanto a pericoli già identificati, ma a pericoli potenziali, di cui non si ha ancora conoscenza certa. Esso fu adottato per la prima volta dalla Conferenza di Rio de Janeiro sull’Ambiente (1992) e poi accettato dall’Unione Europea nell’articolo 191 del trattato sul suo funzionamento.
È stato inoltre riconosciuto da varie convenzioni internazionali e figura in special modo nell’Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) concluso nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Infatti il ricorso al “principio” consente di ritirare dal mercato e di impedire la distribuzione dei prodotti che possano essere pericolosi e di fermare per prudenza qualsiasi attività che possa far male alla salute o all’ambiente, anche se non ci sono prove scientifiche dei suoi effetti negativi. Negli ultimi anni il principio è stato invocato per far fronte ai presunti rischi per l’ambiente e la salute umana che deriverebbero dalla coltivazione, produzione e commercializzazione in ambito agroalimentare di animali, piante e sementi transgeniche, ottenute cioè con tecniche di DNA ricombinante.