Capitolo   6  

Colture arboree pomacee

CONCETTI CHIAVE

Il miglioramento genetico di melo e pero è indirizzato verso cultivar sempre più competitive e apprezzate dai consumatori.
Contenuti: propagazione, portinnesti, cultivar, impianto, tecnica colturale, aspetti qualitativi e commerciali, difesa fitosanitaria.


Genetic improvement of the apple and pear tree is aimed at increasingly competitive and valued cultivars.
Contents: propagation, rootstock, cultivar, planting system, farming technique, quality and marketing aspects, plant protection.

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 Aspetti introduttivi


Appartengono alle Pomacee diverse specie arboree frutticole (azzeruolo, cotogno, melo, nashi, nespolo comune, nespolo del Giappone, pero, sorbo domestico); il termine Pomacee, che deriva da pomo, è molto usato agronomicamente e in frutticoltura, ma è un termine improprio (non botanico), utilizzato commercialmente solo per indicare un raggruppamento frutticolo (di nessun valore sistematico) che circoscrive quelle piante il cui frutto edibile è rappresentato appunto dal pomo.
Botanicamente, il pomo (dal latino pomum) non è altro che un falso frutto di piante comprese nella famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Maloideae. Il pomo è un falso frutto, in quanto quello che comunemente si considera “frutto edibile” (ciò che mangiamo) è in realtà solo l’ingrossamento del ricettacolo  fiorale che, dopo la fecondazione, cresce inglobando il vero frutto, detto torsolo, derivante dal pistillo. La parte esterna è prevalente, in volume e in peso, rispetto al torsolo che, in quanto vero frutto, contiene i semi (6.1 b). I veri frutti derivano dalla proliferazione delle pareti ovariche; i semi che troviamo nei frutti provengono, invece, dagli ovuli fecondati presenti nel primitivo ovario.

     

 Significato e importanza dei Club varietali


Il Club varietale è uno strumento mediante il quale viene diffusa una nuova varietà seguendo programmi ben definiti e controllati di ricerca e sviluppo, produzione e commercializzazione, secondo il concetto di filiera integrata e in base a precise analisi di mercato. I primi Club varietali sono nati intorno agli anni ’90 del secolo scorso. Si tratta di brevetti mediante i quali è possibile tenere sotto controllo il prodotto lungo l’intera filiera da parte dei costitutori o dei licenziatari, anche attraverso l’attribuzione di un marchio che ne permetta la riconoscibilità all’interno del mercato. Questo controllo integrale è importante al fine di ottenere un equilibrio tra domanda e offerta, così da influenzare il prezzo di vendita e di remunerare adeguatamente ogni parte che interviene nei vari passaggi della filiera produttiva. L’intero sistema ha la necessità di implementare strutture e attività dedicate, quali, ad esempio, la tutela dell’esclusiva, la procura e la gestione dei contratti, il servizio di propagazione dei cloni varietali, il servizio impianti vivaistici e relativi disciplinari, l’ufficio commerciale, le ispezioni di campo e di mercato, la verifica della qualità del prodotto. Il Club varietale rappresenta un modello di aggregazione dell’offerta per evitare sovrapproduzioni, per qualificare l’offerta stessa e per garantire una ottima remunerazione del prodotto mediante la programmazione degli impianti frutticoli (con i contratti di produzione), l’immissione contingentata dei frutti nei mercati, il controllo della qualità standardizzata e la promozione commerciale, fase irrinunciabile per attirare l’attenzione del consumatore.

Scheda varietale Rappresenta la carta d’identità di una varietà e ne riepiloga tutte le caratteristiche identificative in relazione all’origine, agli aspetti agronomico-produttivi, alle qualità commerciali e di destinazione (nel caso delle pomacee, la destinazione alimentare).
Un esempio della scheda della varietà di melo Ambrosia(pbr) è riportata di seguito.

PRODUZIONI VEGETALI 
PRODUZIONI VEGETALI 
Volume B - Arboree