Marciume del colletto e delle radici Root and crown rot
• Agente causale
Phytophthora cinnamomi
• Classificazione
div. Oomycota fam. Peronosporaceae
▶ Descrizione I sintomi di imbrunimento e marciume iniziano dalle radici più sottili, per estendersi all’intero apparato radicale e poi al colletto; in conseguenza del danno alla parte ipogea, le foglie prima intristiscono diventando grigio-verdi, poi appassiscono facendo assumere alla pianta un aspetto di ombrello chiuso [ 46 ], e infine possono avvizzire e staccarsi.
Tutta la parte aerea mostra sofferenza e deperimento e la pianta può morire.
▶ Piante ospiti e distribuzione
P. cinnamomi è uno pseudofungo capace di aggredire piante appartenenti a numerosi generi di diverse famiglie oltre al gen. Rhododendron (es. camelia, cipresso, tasso, araucaria). La malattia è nota in tutto il mondo.
▶ Diagnostica La diagnosi abitualmente è visiva. Il patogeno può essere isolato e identificato in coltura oppure con metodi sierologici o molecolari. Vi sono altre specie di Phytophthora che possono causare marciumi radicali, anche sulle acidofile, analoghi a quelli prodotti da P. cinnamomi.
▶ Biologia ed epidemiologia P. cinnamomi è un patogeno tellurico che si conserva come micelio, oospore, clamidospore.
Inoltre Phytophthora spp. è in grado di vivere saprofiticamente nel terreno. Le fitoftore sono patogeni che disgregano le lamelle pectiche che tengono assieme le cellule e anche le parti lignificate. La diffusione si realizza attraverso zoospore e conidi che infettano l’ospite a livello dell’apparato radicale penetrando nei peli radicali e nel colletto tramite microlesioni; in seguito il patogeno si diffonde nei tessuti corticali interni delle radici e nel fusto. La malattia è favorita da ristagni idrici ed elevata umidità di cui le zoospore hanno bisogno per germinare.
▶ Danni Il deperimento e la perdita di foglie costituiscono un danno estetico importante. Nei vivai si può avere moria delle giovani piantine.
• Difesa La malattia deve essere fondamentalmente prevenuta evitando eccessi di bagnatura, provvedendo a un buon drenaggio sia in piena terra sia nei contenitori, impiegando compost di corteccia di conifere (che ha un effetto repressivo nei confronti del patogeno) e, infine, adottando tutte quelle misure, specialmente in vivaio, atte a impedire la sopravvivenza e la propagazione di Phytophthora spp. (pulizia e disinfezione di bancali, contenitori e attrezzi da lavoro, impiego di terriccio sano, distruzione di piante e residui infetti, concimazioni azotate razionali e moderate). La lotta chimica consiste in trattamenti preventivi con fosetil-Al, da somministrare con l’acqua di irrigazione o come soluzione in cui immergere le radici delle piantine prima del travaso; possono essere utilizzati anche prodotti fitosanitari a base di propamocarb, una sostanza attiva che prima è assorbita dalle radici, poi viene traslocata e ha azione elettiva contro pseudofunghi dei generi Pythium e Phytophthora.
Le diverse varietà di azalea e rododendro mostrano differente suscettibilità alla malattia. È possibile ricorrere all’impiego dell’ascomicete Trichoderma viride per il controllo biologico del patogeno.