Punteruolo rosso Red palm weewil
• Fitofago8 Palme: avversità

• Difesa Non appena constatata la potenziale distruttività di R. ferrugineus, c’è stata una crescente mobilitazione di idee e di energie per trovare una soluzione alla gravissima minaccia.
L’introduzione di questo insetto alieno ha rappresentato in modo emblematico, dal punto di vista fitosanitario, quanto attualmente è possibile mettere in campo per il controllo di un organismo dannoso. Tralasciando le proposte più fantasiose, sono state sperimentate metodologie diagnostiche avanzate e ogni strategia e mezzo di lotta disponibile. Per il monitoraggio/cattura sul territorio del rincoforo, è stato sintetizzato il feromone di aggregazione (chiamato comunemente ferruginolo) che, assieme ad altre esche olfattivo-alimentari, è stato impiegato come innesco di trappole. Queste inizialmente erano di colore rosso (considerato attrattivo per i coleotteri) e venivano appese sulle palme [ 68a ], ma poi si è visto che il colore e la collocazione erano inappropriati e si è passati a trappole nere da semi-interrare a distanza dalle palme [ 68b ]. L’individuazione dell’attacco per semplice osservazione visiva è assai difficoltosa per il fatto che spesso l’infestazione decorre asintomatica, almeno nelle fasi iniziali. La presenza del parassita può talvolta essere rilevata da erosioni fogliari, ma poiché l’attacco vero e proprio è dovuto alle larve che scavano all’interno dei tessuti morbidi dello stipite, esteriormente la manifestazione più caratteristica è data da un anomalo ripiegamento di una o più foglie [ 69 ]. Per superare la difficoltà di individuare precocemente le piante colpite, sono state tentate diverse vie alternative all’ispezione visiva umana: una di esse si è orientata sull’impiego di tecnologie sofisticate quali microcamere wireless per l’ispezione della chioma da terra; una seconda impiega termocamere all’infrarosso [ 70 ] in quanto l’attività delle larve modifica i parametri termici all’interno dello stipite; una terza si basa sulla rilevazione acustica dell’attività trofica del parassita mediante apparecchi chiamati Larval sound detector; una quarta ha preso in considerazione il fatto che la palma ammalata emetta specifiche molecole volatili diagnosticabili, così si è pensato di utilizzare “nasi” artificiali (un apparecchio detto Portable Elettronic Nose che coniuga una analisi cromatografica dei metaboliti fogliari con un sofware per classificare l’odore) e nasi naturali di cani appositamente addestrati [ 70b ]. La disponibilità del feromone ha consentito di mettere in atto strategie di lotta basate sul criterio della cattura massale, e anche sul sistema push&pull, abbinando alla trappola prodotti repellenti da irrorare sulle piante. Un metodo che inizialmente aveva destato molto interesse era una sorta di dendrochirugia [ 71a ], ossia una potatura di risanamento lasciando sulla palma il solo ciuffo sopra il meristema apicale e scolpendo e ripulendo il capitello dal rincoforo: questa tecnica, tuttavia, da sola non si è rivelata risolutiva. Si è pensato di utilizzare mezzi fisici, in particolare il calore, da impiegare come trattamento terapico: una ditta ha costruito una apposita attrezzatura costituita da un anello di erogatori di microonde collegato a un braccio meccanico, in modo da raggiungere e cingere la base della corona [ 71b ] dove generalmente si ha la maggiore concentrazione dell’insetto (il sistema, oltre a essere costoso e impiegabile solo su palme facilmente raggiungibili, non preserva però da possibili successive infestazioni).
Il ricorso a mezzi chimici è quello più semplice, tuttavia, per essere efficace, occorre tenere sotto copertura continua la palma con insetticidi variamente somministrati, ma a prescindere dai costi, questa modalità di difesa è applicabile in pratica solo nei giardini privati [ 72 ]. Per superare la difficoltà di irrorare sulla palma la soluzione fitoiatrica (insetticidi, nematodi entomopatogeni) dall’alto, è stato anche proposto l’impiego di droni [ 73 ] ed è stato brevettato un sistema semi-fisso che consente di far salire il prodotto fino alla base della corona e lì spruzzarlo automaticamente [ 74 , 75 ]. Molto si è puntato sul trattamento endoterapico tramite l’iniezione nel tronco di insetticida [ 76a ], metodo molto adatto in ambiente urbano e per alberi ornamentali. Tuttavia a causa della particolare struttura anatomica della palma (detta atactostelica, cioè che non presenta un accrescimento secondario e ha singoli vasi cribro-vascolari dispersi nella sezione del cilindro centrale) e del fatto che le larve si trovano soprattutto nei tessuti interni, probabilmente poco raggiungibili da quote adeguate dell’insetticida, questa soluzione si è rivelata insufficiente con gli insetticidi inizialmente testati [ 76b ]. Per trattamenti endoterapici su palma è però attualmente disponibile un insetticida a base di emamectina benzoato che, se somministrato in via preventiva, ha mostrato una efficace copertura. Da prove di campo condotte in Spagna è risultato che la sua capacità di traslocazione è molto buona senza alcuna necessità che la palma venga irrigata per favorire l’assorbimento, e una sola applicazione annuale è in grado di contenere l’infestazione fino al 100%, sia su piante di 3 metri che su quelle di 8 metri [ 77 a,b ]. Altre sperimentazioni condotte in Paesi di lingua araba hanno confermato l’ottima mobilità, persistenza ed efficacia del prodotto; si è inoltre constato che su palme da dattero dopo 60 giorni dal trattamento non rimangono residui nei frutti. L’emamectina benzoato per endoterapia su palma è stata autorizzata in Italia nel giugno 2020 (Revive®): il produttore ha messo in commercio una apposita apparecchiatura per l’iniezione [ 78 ]. In direzione di una strategia di controllo sostenibile, sono stati proposti e sperimentati biocidi non chimici come funghi entomopatogeni [ 79a ] e nematodi entomopatogeni. In laboratorio si dimostrano efficaci ma sono di non facile impiego e di sicuro risultato nelle condizioni reali. In prove di semi-campo effettuate in Spagna impiegando con ripetute applicazioni il nematode Steinernema carpocapsae formulato con chitosano, una sostanza stimolante delle difese, fu raggiunto un tasso di mortalità dell’80% e del 98% con somministrazione del prodotto in via preventiva. In conclusione, la lotta contro questo pericoloso insetto va affrontata secondo i criteri del IPM (Integrated Pest Management) implementando e combinando al meglio le diverse metodologie (FAO, Red Palm Weevil: Guidelines in management practices, Roma, 2020). Il punteruolo rosso è soggetto a Decreto di lotta obbligatoria (D.M. 09/11/2007).
Castnide delle palme South American palm borer
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• Difesa Contro questo parassita la lotta è difficile. Sono state effettuate prove con discreti risultati usando nematodi entomopatogeni: l’intervento va effettuato in primavera e in autunno con abbondante bagnatura e nelle ore fresche; questo metodo può trovare impiego in vivaio e in ambiente urbano. L’unica concreta alternativa è l’eradicazione e la distruzione delle piante colpite (mediante triturazione o trattamento termico in modo da eliminare le larve).
Tropiduchide delle palme Dubas bug
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