5   Barbabietola da zucchero

    Cercospora Sugarbeet leaf-spot

• Agenti causale
Cercospora beticola
• Classificazione 
div. Ascomycota
fam. Mycosphaerellaceae

▶ Sintomatologia L’infezione determina piccole macchie fogliari (4-5 mm di diametro) di colore grigio-necrotico al centro e contornate da un alone bruno-rossastro [ 10   11 ]. Le macchie possono allargarsi e confluire causando disseccamenti della lamina. I sintomi possono comparire anche sugli scapi fiorali e sui piccioli. 
▶ Piante ospiti e distribuzione Attacca essenzialmente la barbabietola (Beta vulgaris), ma anche altre specie del gen. Beta; segnalata su Chenopodiacee e Amaranthus, è presente in tutto il mondo.
▶ Diagnostica La diagnosi è visiva. Al microscopio ottico si possono osservare le fruttificazioni conidiche. I conidiofori sono cilindrici, senza setti trasversali, scuri, portanti alla sommità o lateralmente conidi isolati; i conidi sono ialini, aghiformi, muniti di 8-15 setti, di dimensioni variabili (lunghezza mediamente 70-120 μm). I sintomi possono essere confusi con quelli causati da Ramularia beticola (poco presente in Italia), fungo che produce anch’esso macchie fogliari ma, rispetto a quelle causate dalla cercospora, un po’ più grandi, più chiare al centro e scure ai bordi. 
▶ Biologia ed epidemiologia La cercospora della barbabietola è un patogeno policiclico. Il micelio del fungo si mantiene vitale anche dopo la morte dei tessuti colpiti e può rimanere quiescente superando in tal modo condizioni ambientali sfavorevoli e formando l’inoculo in grado di ripristinare l’infezione da un anno all’altro. La diffusione della malattia in campo è affidata agli elementi conidici che sono diffusi principalmente dalla pioggia (che li rimuove) e dal vento, e anche dall’attività di insetti. I conidi, giunti a contatto con la superficie fogliare, germinano (condizioni minime: U.R. 85%, temperatura 5 °C) originando in prossimità degli stomi le ife di inoculazione che penetrano nella camera ipostomatica. 
La penetrazione è favorita da stimoli idrotropici ed è facilitata dalla bagnatura notturna delle foglie, mentre viene inibita dalla luce solare diretta. Al termine del periodo di incubazione, che è influenzato soprattutto dalla temperatura (a temperature tra i 10 e i 15 °C dura da 10 a 14 giorni), il patogeno evade in forma di fasci serrati di conidiofori, attraverso gli stomi, innescando infezioni secondarie. La malattia è favorita da temperature comprese fra 25 e 30 °C e da un’umidità relativa almeno del 95%. 
▶ Danni La cercosporiosi è la malattia più grave della barbabietola da zucchero. I disseccamenti fogliari possono devastare progressivamente il fogliame dell’intera coltivazione (in condizioni favorevoli all’epidemia ciò si può verificare già a inizio agosto), con perdite importanti della produzione e della qualità dello zucchero.


• Difesa La difesa da questo importante patogeno si avvale di tecniche agronomiche atte a diminuire l’inoculo (rotazione colturale, rimozione o interramento profondo dei residui), dell’impiego di varietà resistenti e di interventi con fungicidi. Circa la resistenza verso la malattia, esistono varietà di bietola provviste di geni che frenano la progressione di C. beticola, influendo sulla sua capacità infettiva, sul tasso di sviluppo all’interno dei tessuti, sulla durata del suo periodo di incubazione e sulla sua efficienza riproduttiva. Tali geni mostrano un comportamento sommativo, per cui la resistenza si presenta stabile e continua, ossia con varietà più o meno sensibili: essa può essere anche molto alta e dunque la ricerca e l’introduzione di varietà resistenti rientrano nella strategia di lotta promettente. Tradizionalmente la lotta chimica è impostata con trattamenti fungicidi a calendario, con turni di 18-20 giorni, che hanno inizio non appena compaiono i primi sintomi. 

Attualmente i trattamenti possono essere razionalizzati e ottimizzati utilizzando modelli previsionali (in Emila-Romagna sono adottati due modelli, chiamati CERCOPRI e CERCODEP, i quali hanno come input dati meteorilevabili mediante centraline e come output la previsione della comparsa dei sintomi in campo e dell’evoluzione dell’epidemia). I fungicidi impiegati appartengono: al gruppo degli IBE (inibitori della biosintesi degli ergosteroli) e dei QoI (inibitori del sito Qo del complesso enzimatico del citocromo bc1 della cellula fungina); solitamente si tratta con un mix in alternanza con procloraz e anticrittogamici di copertura (fenpropidin, prodotti rameici) per evitare l’insorgenza del fenomeno della resistenza del patogeno.

    Cleono Beet weevil

• Fitofago 
Conorhynchus mendicus
• Classificazione 
ord. Coleoptera
fam. Curculionidae

▶ Descrizione Adulto: corpo ricoperto di squame di colore grigiastro chiaro, dimensioni 11-17,5 mm (femmina più grande del maschio) [ 12a ]. Larva: apoda, di colore latteo, ricurva a “C”, con capo da rosso-ocra a brunastro-nero e una doppia fila di tubercoli posti sui lati, lunghezza 13-17 mm [ 12b ]. Uovo: sferoidale, liscio, di colore giallo vivo, dimensioni 1-1,5 mm.
 
▶ Piante ospiti e distribuzione C. mendicus attacca la barbabietola da zucchero, quella da foraggio, da seme e anche le chenopodiacee spontanee. Questa specie è diffusa in gran parte del bacino Mediterraneo.
▶ Antagonisti 
Parassitoidi: Rondania cucullata, Zeuxia cinerea (Ditteri Tachinidi); Neoaplectana menozzi (nematode entomopatogeno). 
Predatori: Pterostichus melas (Coleottero Carabide); Cerceris tubercolata (Imenottero Sfecide); Tapinoma spp. (Imenotteri Formicidi).
▶ Biologia Il cleono sverna come adulto nel terreno di coltivazione. L’attività riprende a pieno ritmo in primavera e prosegue fino a tutto luglio. Gli adulti sono buoni camminatori, sono in grado di spostarsi agevolmente verso nuovi bietolai e anche di superare in volo distanze di qualche centinaio di metri. Dopo l’accoppiamento le femmine depongono diverse decine di uova nell’arco di non più di un mese. Le larve, che nascono a 8-10 giorni di distanza dall’ovideposizione, raggiungono la maturità in capo a un mese e mezzo circa e si impupano costruendosi una piccola cella terrosa aderente al fittone su cui si sono sviluppate. La metamorfosi dura una quindicina di giorni, ma i nuovi adulti rimangono solitamente nascosti, salvo fuoriuscire nelle giornate più soleggiate. 
▶ Danni Questo insetto è il fitofago più pericoloso per la barbabietola: allo stadio di adulto compie erosioni fogliari [ 13 ] che possono risultare anche gravi se la pianta è giovane (solitamente gli attacchi più evidenti sono osservabili ai bordi dei campi coltivati, da dove inizia l’infestazione); quando è allo stadio di larva scava gallerie nel fittone compromettendo lo sviluppo della pianta ed esponendola a marciumi. Le infestazioni di cleono sono favorite da mancati o troppo ravvicinati avvicendamenti oppure dalla presenza di terreni argillosi che facilitano l’impupamento del parassita.

• Difesa Nella lotta contro il cleono della barbabietola occorre integrare i criteri agronomici con i mezzi chimici. Infatti i livelli delle popolazioni possono essere contenuti con ampi avvicendamenti colturali e, in caso di forti infestazioni in atto, è opportuno effettuare trattamenti insetticidi piretroidi (cipermetrina, deltametrina) contro gli adulti. 

Al fine di individuare il momento migliore per il trattamento, è utile effettuare un monitoraggio con trappole costituite da vasetti di 15 cm di diametro interrati, con l’apertura a filo terreno, in batterie da 5 distanziate di 50 metri, da piazzare sulle capezzagne e, in particolare, sul lato dove si presume che i cleoni possano arrivare (soglia indicativa: 2-3 catture per trappola a settimana, oppure 10% erosioni su piante delle file esterne). In caso di danni lievi i trattamenti possono essere localizzati solo sulle fasce perimetrali dell’appezzamento.

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO - ALTRE AVVERSITÀ

 1  Identificazione 

Rizomania BNYVV (Beet necrotic yellow vein virus) gen. Benyvirus 
Danni Si manifesta sul fittone con un’anomala e abbondante produzione di radici secondarie che necrotizzano originando una barba scura avvolgente il fittone atrofico. Le foglie sono clorotiche e tendono ad appassire. 
Difesa Lunghe rotazioni colturali e impiego di varietà tolleranti.
 2  Identificazione 

Marciume dei fittoni (Crown and root rots) Phoma betae, Rhizoctonia violacea e solani, Sclerotium rolfsii 
Note Si tratta di patogeni, agenti di marciumi, che sopravvivono nel terreno (alcuni sono dotati di elevata polifagia come Rhizoctonia solani). 
Danni Consistono in disfacimento e necrosi dei fittoni con comparsa di micelio e sclerozi. 
Difesa Si affida a misure agronomiche e prevede: ampie rotazioni colturali escludendo dall’avvicendamento i prati di leguminose; accorgimenti atti a favorire lo sgrondo delle acque e a gestire correttamente le irrigazioni evitando i ristagni.
 3  Identificazione 

Peronospora (Sugarbeet downy mildew) Peronospora schachtii div. Oomycota fam. Peronosporaceae 
Danni Le foglie colpite assumono una consistenza carnosa con aspetto clorotico, bolloso, accartocciato. Compare una muffa grigiastra, segue la necrosi dell’apparato fogliare. È particolarmente colpita la rosetta centrale. Difesa La malattia è poco frequente e ben controllata attraverso i trattamenti contro la cercospora. 
A scopo preventivo sono utili ampie rotazioni, eliminazione dei residui e impiego di seme sano o conciato.
 4  Identificazione 

Mal bianco (Sugarbeet powdery mildew) Erysiphe betae div. Ascomycota fam. Erysiphaceae 
Danni Iniziale clorosi fogliare con irregolare sviluppo del lembo fogliare, comparsa di efflorescenza polverulenta bianca e disseccamento dei tessuti. Difesa Il controllo della malattia può essere realizzato trattando con antioidici (es. zolfo) alla comparsa dei primi sintomi (stadio a stella).
 5  Identificazione 

Nematode a cisti (Beet cyst nematode) Heterodera schachtii div. Nematoda fam. Heteroderidae 
Note Femmine ovoidali limoniformi, biancastre (0,5 mm), infisse sull’apparato radicale; dopo la fecondazione si trasformano in piccole cisti scure tondeggianti. Maschi vermiformi (1-1,5 mm) liberi nel suolo. 
Danni Le piante attaccate producono un gran numero di radici secondarie e il fittone rimane piccolo e povero di zuccheri. 
Difesa Comprende i seguenti provvedimenti: nel caso di infestazioni con 4 o più cisti vitali con 100 uova/larve per 100 g di terreno essiccato all’aria, evitare la coltivazione; rotazioni quadriennali con cereali, soia, liliacee; attuare colture in sovescio con piante biocide (es. Raphanus sativus var. oleiformis, Sinais alba) per ridurre il livello di infestazione nel terreno.
 6  Identificazione 

Altiche (Sugarbeet flea beetle) Chaetocnema tibialis, Longitarsus spp. (Barley flea beetle) Phyllotreta vittula ord. Coleoptera fam. Chrysomelidae 
Note Le altiche sono coleotteri crisomelidi con adulti (1,5-3 mm) saltatori che erodono le foglie scavando fossette circolari. Svernano come adulti nel terreno per ricomparire in primavera. Compiono una o due generazioni all’anno (Longitarsus sp. solo una). 
Danni I danni sono arrecati dalle larve che vivono a spese delle radici oppure minano i piccioli e le nervature delle foglie. 
Difesa Il controllo può essere realizzato conciando le sementi o in alternativa intervenendo in geodisinfestazione con teflutrin oppure al superamento delle soglie con piretroidi. Soglie di intervento: presenza di fori sulle foglie cotiledonari; 2 fori/foglia su piante di 2 foglie; 4 fori/foglia su piante con 4 foglie.
 7  Identificazione 

Atomaria (Pygmy mangold beetle) Atomaria linearis ord. Coleoptera fam. Cryptophagidae 
Note Adulto (1,5 mm) giallo bruno: erode i semi in germinazione e tutte le parti della pianta. 
Danni Insetto pericoloso in caso di risemine. 
Difesa Si può intervenire con piretroidi ed elevati volumi d’acqua.
 8  Identificazione 

Punteruolo (Black weevil) Lixus junci ord. Coleoptera fam. Curculionidae 
Note Coleottero curculionide nero, dal corpo slanciato (9-15 mm): larva apoda bianca. 
Danni e difesa Come per il cleono.
 9  Identificazione 

Elateridi (Wireworms) Agriotes spp. ord. Coleoptera fam. Elateridae 
Difesa Concia delle sementi o in alternativa geodisinfestanti microgranulari a distribuzione localizzata. Non far succedere la coltura al prato o all’erba medica per almeno due anni. Sono previste soglie determinate con carotaggi (15 larve/m2) o catture con vasetti-trappola (tipo Kirfmann) innescate con cereali (2 larve/trappola) oppure esche (es. patate tagliate con la polpa verso il basso = 1 larva/tubero).

 10  Identificazione 

Nottue (Cutworms) Agrotis segetum, Agrotis ipsilon ord. Lepidotera fam. Noctuidae 
Difesa La soglia di intervento è data da 1-2 larve di terza o quarta età o 1-2 piante danneggiate per m2 fino allo stadio di 8-10 foglie (si impiegano piretroidi ed elevati volumi d’acqua) (▶ Capitolo 3 - Ortive).

 11  Identificazione 

Mosca della bietola (Mangold fly) Pegomyia betae ord. Diptera fam. Anthomyiidae 
Danni Piccolo dittero (5-6 mm), le cui millimetriche larve giallo-verdastre vivono nel mesofillo generando marciumi fogliari e disseccamenti. 
Difesa La lotta contro questa mosca può essere realizzata con trattamenti insetticidi alla schiusa della larve (monitoraggio delle caratteristiche uova sulla pagina inferiore delle foglie).

DIFESA DELLE COLTURE AGRARIE
DIFESA DELLE COLTURE AGRARIE