4   Frumento e cereali a paglia: fitofagi

    Nematodi Nematodes

Agente causale
Pratylenchus thornei
• Classificazione
ord. Tylenchida fam. Pratylenchidae

Piante ospiti e distribuzione Il nematode infetta i cereali, l’erba medica (Medicago sativa) ed è stato rinvenuto su numerose altre specie di interesse agrario. La sua presenza è segnalata in Europa, America, Nord Africa e Sud Africa, Medio Oriente, India, Giappone, Australia.

▶ Biologia I pratilenchidi sono anche conosciuti come “nematodi delle lesioni radicali” [ 31 ], in quanto con le loro punture provocano necrosi e danni vascolari alle radici delle piante infestate. P. thornei attacca, oltre al frumento, anche avena e mais, soprattutto quando le piante sono giovani perché il loro apparato radicale è più tenero.
La femmina depone le uova nel terreno e nella massa delle radici, da cui nascono forme larvali che compiono mute e completano il ciclo in 20-40 giorni. Nei periodi siccitosi il nematode
entra in uno stadio di vita latente (anabiosi).
▶ Danni Ai danni diretti all’apparato radicale, che nell’insieme mostra assottigliamento delle radici e assenza di radici laterali lungo l’asse di quelle principali, si aggiungono i danni indiretti dal momento che le lesioni aprono la via a funghi agenti di marciumi radicali, batteri saprofiti e nematodi non parassiti che possono causare più danni dello stesso P. thornei. È individuato come potenziale parassita nei Disciplinari di produzione integrata di diverse regioni italiane.

Difesa Le misure di lotta consigliate consistono in lunghe rotazioni con specie non suscettibili al parassita e nella limitazione delle concimazioni con azoto e fosforo.

    Afidi Aphids

• Agente causale
Rhopalosiphum padi (afide nero dei cereali) (inoltre: Sitobion spp. e altre specie)
• Classificazione
ord. Rhynchota fam. Aphididae

Descrizione Alata virginopara: di colore tendente dal giallo-verdastro al ruggine; antenne, sifoni e codicola bruno-neri, corpo lungo 2,9 mm; attera virginoparadi colore variabile dal giallo al verde, al rosso, al porpora; antenne e sifoni nerastri, codicola chiara, zampe gialle con apici di femore, tibia e tarso grigio-fumo, corpo lungo 2-2,8 mm.
▶ Piante ospiti e distribuzione L’afide vive a spese di diverse graminacee coltivate e spontanee. È diffuso in gran parte del mondo.

▶ Biologia Questo afide durante l’estate vive sul mais e in autunno si sposta sui cereali autunno-vernini, su cui può svernare, oppure depone uova durevoli su Prunus, ospite su cui compariranno le fondatrici e 1-2 generazioni di fondatrigenie.
In primavera riprende comunque l’attività sui cereali con infestazioni sostenute da diverse generazioni di virginopare attere e alate; poi ritorna sull’ospite primario dove compaiono gli anfigonici che si accoppiano e le femmine depongono le uova durevoli. R. padi, assieme a molte altre specie di afidi, è in grado di adattare il proprio ciclo omettendo la generazione anfigonica (anolociclo) in rapporto alle condizioni ambientali o in assenza dell’ospite primario: sopravvive come adulto sull’ospite secondario nelle regioni a coltivazione intensiva di cereali, grazie alla sua resistenza a temperature anche molto rigide (fino a -10 °C) [ 33 ].
▶ Danni Attacca foglie e spighe causando ingiallimenti, imbrattamenti dovuti a produzione di melata, fine anticipata del ciclo vegetativo del grano e perdite quali-quantitative (si calcola una diminuzione del 7% in resa se sono mediamente presenti 9 afidi per spiga). R. padi è vettore di diverse virosi, tra cui il BYDV (Barley yellow dwarf virus = virus del nanismo giallo dell’orzo). È diffuso in tutta Italia.
▶ Antagonisti
Predatori: Coccinella septempunctata (Coleottero Coccinellide), Metasyrphus corollae (Dittero Sirfide).

Difesa In caso di forte infestazione, specie su orzo, è giustificato un trattamento insetticida (piretroidi).

    Cimici Stink bugs

Fitofagi
Eurygaster maura, Aelia rostrata
• Classificazione
ord. Hemiptera fam. Scutelleridae

Descrizione Adulto: di colore grigiofulvo, con due piccole macchie chiare alla base dello scutello, lunghezza 10-12 mm.
▶ Piante ospiti e distribuzione E. maura attacca i cereali con preferenza per il grano [ 34 ]. È diffusa in Europa meridionale, nei Paesi attorno al Mediterraneo e in Italia, dove le infestazioni di cimici si sono andate estendendo a partire dal Nord-Ovest.

▶ Biologia In primavera le cimici fuoriescono dal suolo e si portano sulle piante nelle ore di luce, per poi tornare a rifugiarsi di notte. La femmina depone le uova in gruppi di 14 sulla pagina inferiore delle foglie e, circa 20 giorni dopo, sgusciano le neanidi che attraversano i vari stadi di sviluppo fino a raggiungere quello di adulto all’inizio di giugno. Gli adulti dell’unica generazione rimangono attivi per tutta l’estate e, con il sopraggiungere dei primi freddi, si interrano per svernare.
▶ Danni Questa cimice attacca foglie e spighe, su cui infigge il rostro per nutrirsi producendo, sulle prime, punture necrotiche con disseccamenti e ripiegamento a uncino dell’apice, mentre sulle seconde aborto delle spighette e cariossidi striminzite. La saliva iniettata con le punture di suzione sulle spighe in via di maturazione provoca alterazione della qualità delle farine ricavate dalle cariossidi danneggiate, rendendole inidonee alla panificazione.

Difesa In caso di necessità, alcuni Disciplinari di produzione integrata consentono di intervenire non più di una volta all’anno con piretroidi.

    Tignola del culmo e della spiga del frumento Cereal stem moth

• Fitofago
Ochsenheimeria bisontella
• Classificazione
ord. Lepidoptera fam. Ochsenheimeriidae

Descrizione Adulto: apertura alare non superiore a 20 mm, antenne caratteristicamente ispessite verso la base per presenza di scaglie [ 36 ]. Larvacorpo di colore biancastro, capo castano, provvista di pseudozampe addominali, lunghezza 8-9 mm.
▶ Piante ospiti e distribuzione Attacca il grano. È presente in alcune aree dell’Emilia-Romagna e del Centro Italia.

▶ Biologia Il ciclo biologico di questa tignola è conosciuto solo in parte: è noto che sverna come larva nella zona delle radici da dove, nella fase tra levata e spigatura, risale il culmo insinuandosi tra guaina e spiga per nutrirsi delle spighette apicali più giovani; è in grado anche di minare il culmo. Si imbozzola nel terreno all’inizio di giugno e verso la fine dello stesso mese compaiono gli adulti.
▶ Danni Consistono in parte nella perdita delle spighette e in parte nel disseccamento della spiga in conseguenza delle erosioni al culmo.
Non si segnalano particolari infestazioni di rilievo.

Difesa Data la modesta incidenza dei danni, non sono previsti interventi con prodotti fitosanitari. Dove sia stata registrata la presenza del fitofago, sono di aiuto l’aratura delle stoppie e l’eliminazione di graminacee spontanee e avventizie.

    Cecidomia del frumento Yellow wheat blossom midge 

Fitofago
Contarinia tritici
• Classificazione
ord. Diptera fam. Cecidomyiidae

Descrizione Adulto: corpo di colore giallo limone (femmina con occhi neri, ali munite di frangia pelosa, lunghezza 3 mm o meno. Larva: appiattita, liscia, dello stesso colore dell’adulto, lunghezza 3 mm. Uovo: bianco, dimensioni 0,4 × 0,09 mm.
▶ Piante ospiti e distribuzione Attacca principalmente il frumento, talvolta l’orzo e la segale. La sua distribuzione geografica comprende l’intero continente europeo.

▶ Biologia Contarinia tritici è specie univoltina: la larva trascorre l’inverno nel terreno dove si impupa per sfarfallare l’anno successivo all’epoca della spigatura. L’aspetto dell’adulto è di un moscerino, di colore giallino, con antenne moniliformi che nel maschio sono simili a due masse globose [ 37 ], lungo circa 3 mm. Le femmine depongono le uova in gruppi di venti circa, all’interno delle glume del frumento della graminacea spontanea Agropyrum repens e in misura minore rispetto a orzo e segale. Le larve, di colore giallo e leggermente appiattite, sgusciano in capo a pochi giorni e divorano gli organi fiorali e le cariossidi in formazione; dopo qualche settimana di attività trofica, raggiungono la maturità e si lasciano cadere al suolo approfondendosi per una trentina di centimetri per svernare.
▶ Danni Lo stadio dannoso è rappresentato dalle larve, che si nutrono di semi in via di sviluppo; tuttavia è difficile che le infestazioni siano di seria entità.

Difesa Non sono normalmente previsti interventi con prodotti fitosanitari; peraltro, quelli eventualmente distribuiti contro le cimici riducono anche la cecidomia.

    Criocera o Lema del frumento Cereal leaf beetle

• Fitofago
Oulema melanopus
• Classificazione
ord. Coleoptera fam. Chrysomelidae

Descrizione Adulto: capo ed elitre di colore verde scuro-blu, antenne nere, protorace e zampe rossicce con estremità di tibia e tarso di colore scuro, dimensioni 5 mm [ 38 ]. Larvaaspetto globoso con gibbosità dorsale, colore giallo-verdastro, capo e zampe scuri, lunghezza 4,6-6 mm. Uovo: subcilindrico, giallastro, dimensioni 0,9 × 0,4 mm.
▶ Piante ospiti e distribuzione Vive a spese del frumento e di altri cereali.
La distribuzione geografica dell’insetto comprende il continente euroasiatico e l’Africa Settentrionale.

▶ Biologia Il lema, o criocera del frumento, è un piccolo coleottero crisomelide, lungo 5 mm con elitre verdeblu scure, riflessi metallici, zampe e capo rossicci e antenne nere; la larva, di dimensioni analoghe, presenta tre zampe toraciche, ha aspetto gibboso, è bruno-rossastra su dorso, capo e zampe, e verdognola nel resto del corpo [ 39 ]. Come adulto vive a spese di diverse graminacee, nutrendosi delle foglie che erode longitudinalmente fino a traforarle; le larve, che in genere stanno sulla pagina superiore, compiono erosioni più lievi rispettando le nervature e l’epidermide della pagina opposta.
Trascorre l’inverno nascosto nel terreno come adulto per poi uscire dai ripari a primavera e riprodursi.
Ogni femmina depone 5-6 uova al giorno, per un periodo di 45-60 giorni, a coppie o sciolte, sparse tra le nervature; nel giro di una o due settimane, a seconda delle condizioni ambientali, nascono le larve che iniziano a nutrirsi spostandosi e salendo di foglia in foglia.
Infine, giunte a maturità tra maggio e inizio di giugno, si rifugiano appena sotto la superficie del terreno dove si costruiscono una cella in cui compiono la
metamorfosi.
Gli adulti (unica generazione) compaiono in piena estate e dopo un periodo di vita attiva, all’inizio dell’autunno, tornano a ripararsi nel terreno.
▶ Danni Se la presenza è massiccia i danni arrecati alle foglie possono portare a qualche decremento di produzione, diversamente non c’è alcun pericolo. Oulema melanopus è vettore di alcuni virus delle graminacee.

Difesa Generalmente non provoca danni significativi.

    Zabro gobbo Cereal ground beetle

• Fitofago Zabrus tenebrioides
• Classificazione
ord. Coleoptera fam. Carabidae

Descrizione Adulto: corpo interamente nero, antenne filiformi, elitre segnate da sottili solcature longitudinali, dimensioni 12-18 mm [ 40 ]. Larva: colore bianco-giallognolo, capo e protorace marrone scuro; è munita di placche sclerificate sul dorso, di mesotorace, metatorace e segmenti addominali; la forma è allungata e appiattita, lunghezza 30 mm a maturità [ 41 ]. Uovobianco.
▶ Piante ospiti e distribuzione Lo zabro gobbo attacca soprattutto frumentoorzo e segale, ma può vivere a spese di altre graminacee spontanee e coltivate.
È diffuso in gran parte dell’Europa ed è presente in tutte le regioni italiane.

▶ Biologia Lo zabro gobbo compie una sola generazione all’anno e gli adulti che hanno superato l’inverno fanno la loro comparsa da fine maggio a fine giugno, in rapporto alle condizioni climatico-ambientali. In un primo tempo, di giorno, cercano riparo sotto le zolle e i ciuffi d’erba, portandosi nelle ore notturne sulle spighe per nutrirsi delle cariossidi a maturazione lattea e cerosa di frumento, orzo, segale e parecchie graminacee spontanee. La presenza degli adulti può protrarsi fino all’autunno, stagione in cui nascono le larve nate dagli accoppiamenti avvenuti in tarda estate e seguiti da ovideposizioni nel terreno. Anche le larve producono danni in quanto si nutrono dei giovani culmi e afferrano le foglie delle giovani piantine trascinandole nel terreno all’interno di cunicoli scavati a pochi centimetri di profondità; continuano poi l’attività trofica per tutto l’inverno passando attraverso tre mute e risultano dannose soprattutto in primavera come larve di terza età (le più voraci).
Le larve sono in grado di spostarsi da un campo all’altro: in aprile raggiungono lo stadio di prepupa per poi compiere la metamorfosi in una cella ovale costruita nel terreno a una profondità di 15-20 cm. Pare che alcuni adulti possano svernare e poi ovideporre nella primavera successiva.
▶ Danni Come sì è appena visto, consistono in attacchi alla spiga da parte degli adulti e in erosioni di foglie e plantule da parte delle larve, con sfilacciamenti anche estesi.
Durante annate siccitose e in terreni argillosi si possono avere infestazioni di una certa entità, facilitate dalla ripetizione di colture di cereali sugli stessi terreni.

Difesa Ordinariamente non sono previsti trattamenti insetticidi in pieno campo (nel caso le s.a. consigliabili sono quelle ad azione abbattente per contatto e ingestione, quali i piretroidi); risultano utili accorgimenti agronomici come la rotazione e le lavorazioni superficiali per eliminare stoppie, piante avventizie, graminacee e/o cereali.

    Elateridi o Ferretti Wireworms

Fitofago Agriotes spp. 
• Classificazione ord. Coleoptera fam. Elateridae

Descrizione Adulti: a seconda della specie, presentano colore variabile dal bruno al grigiastro-ferrugineo, corpo allungato, protorace punteggiato con solchi e pubescenze, elitre più o meno striate (in A. lineatus interstrie provviste di fitta peluria che dà l’aspetto di un disegno a bande di colore alternato), dimensioni da 6-9 a 15 mm [ 42 ]. Larvacolore giallo scuro lucido, forma cilindrico-allungata, con tegumento coriaceo, lunghezza a maturità 20 mm; la specie di appartenenza si distingue dai particolari morfologici relativi al 9º urite [ 43 ]. Uovo: biancastro, tondeggiante, diametro circa 0,5 mm.
▶ Piante ospiti e distribuzione Attaccano molte piante coltivate oltre ai cereali: barbabietola, solanaceeortive in genere, ecc. Presenti in gran parte del mondo, in Italia le specie potenzialmente dannose sono: 1) aree Nord-orientali: A. brevis, A. sordidus, A. ustulatus; 2) aree Centrali (Emilia-Romagna): A. litigiosus, A. sordidus, A. brevis; 3) aree Nord-occidentali: A. brevis, A. litigiosus, A. lineatus, A. sordidus, A. obscurus; 4) Centro-Sud Italia, A. sordidus, A. litigiosus, A. lineatus.

▶ Biologia Le specie di Agriotes sopra individuate, di aspetto e comportamento simili, dal punto di vista del ciclo biologico si suddividono in: elateridi che svernano come adulti e vivono parecchi mesi (es. A. sordidus); elateridi che non svernano come adulti, vivono per meno di un mese e le cui larve si sviluppano più lentamente e con un maggior numero di mute (es. A. ustulatus).
Gli adulti del primo gruppo compaiono da aprile in poi, a seconda dell’area geografica, quelli del secondo gruppo in giugno-luglio. Da adulti esercitano attività trofica, nutrendosi di foglie e fiori di piante coltivate e spontanee. A seconda della specie, gli adulti si accoppiano subito dopo la loro comparsa oppure più tardi. Le femmine cercano terreni freschi e umidi (es. prati polifiti, appezzamenti coltivati a leguminose, ecc.) in cui deporre e interrare leggermente le uova. Queste, molto sensibili alla siccità, in condizioni favorevoli e sempre a seconda della specie generano dopo 15-40 giorni le larve, cilindriche e allungate con apice appuntito, con tre paia di zampe toraciche, protette da tegumento coriaceo color ferrugineo (da cui il nome ferretti). Le larve erodono le radici di piante spontanee e coltivate; nei periodi più caldi (estate) si rifugiano nei bassi strati del terreno per risalire in autunno e per poi ridiscendervi per ripararsi dall’inverno.
Lo sviluppo larvale varia con le specie e le condizioni climatiche (al Nord il ciclo dura
mediamente 24 mesi complessivi potendo arrivare a 36). Gli stadi larvali sono numerosi (da 8 ad oltre 13, secondo la specie e le condizioni ambientali).
▶ Danni Le infestazioni, che di solito hanno una incidenza contenuta, sono più frequenti in terreni coltivati in precedenza a prato o a copertura continua del terreno.
Umidità e irrigazione sopra chioma, come la ricchezza in sostanza organica, sono fattori favorenti. Le diverse specie sono in grado di adattarsi a vari tipi di terreno, anche se alcune mostrano preferenze (es. A. litigiosus per quelli sabbiosi); si è osservato che gli avvicendamenti influenzano la presenza delle diverse specie: es. le specie che svernano come adulti, A. brevis, su appezzamenti in precedenza coltivati a prato o ad altra coltura a copertura continua; quelle che non svernano come adulti, es. A. litigiosus, su terreni ad avvicendamento orticolo o comunque irrigati e con buona copertura vegetale.
▶ Antagonisti
Parassitoidi: Imenotteri Braconidi; funghi entomopatogeni: Metarhizium anisopliae.

Difesa Semina immediata in caso di rottura di prati per facilitare l’approfondimento momentaneo delle larve sotto lo strato del terreno lavorato, così da restare inattive nelle prime fasi di sviluppo della pianta.

DIFESA DELLE COLTURE AGRARIE
DIFESA DELLE COLTURE AGRARIE