2   Frumento e cereali a paglia: virosi

    Mosaico comune del frumento Soil-borne wheat mosaic virus

Agente causale SBWMV
(Soil-Borne Wheat mosaic virus)

• Classificazione fam. Flexiviridae gen. Furovirus

Sintomatologia Il sintomo caratteristico è il mosaico fogliare: macchie clorotiche parallele alle nervature, più evidenti tra fine inverno e inizio primavera. Le modifiche di colore sono spesso accompagnate da alterazioni della forma delle foglie, che appaiono più strette, e da sofferenza generale della pianta. In pieno campo la distribuzione dei sintomi può essere generalizzata o a chiazze [ 3 ].

▶ Piante ospiti e distribuzione Il virus infetta una larga gamma di ospiti, comprendendo diverse varietà di frumento, triticale, orzo, segalemais, sorgo e anche numerose specie di graminacee, spontanee e coltivate. È presente in buona parte delle aree cerealicole italiane, in particolare in Val Padana e Lazio e in altre aree del globo (USA, Cina, Giappone).

▶ Diagnostica Per l’identificazione sono necessari test di laboratorio (es. il test sierologico ELISA).
▶ Trasmissione ed epidemiologia L’infezione da SBWMV avviene attraverso l’apparato radicale ed è mediata da un vettore, il protozoo plasmodioforalePolymyxa graminis, entro le cui spore,
presenti nel terreno, il virus può sopravvivere per 10 anni. Studi circa le modalità di trasmissione hanno evidenziato che all’interno delle spore non si trovano particelle virali, ma l’RNA genomico del virus con la sua proteina di movimento e quindi il passaggio in direzione delle cellule dell’ospite avverrebbe come complesso ribonucleo-proteico: si pensa che questa modalità permetta una più rapida diffusione nei tessuti della pianta degli elementi virali, che si sottraggono alla competizione con il protozoo, a sua volta parassita, per sfruttare le risorse dell’ospite. Polymyxa graminis è trasportato e diffuso per mezzo di acqua, vento, vettori animati, macchine e attrezzi da lavoro.
▶ Danni Il deperimento vegetativo di radici e foglie si riflette su crescita e quantità di granella prodotta e peso ettolitrico.
Poiché si tratta di un virus presente nel terreno, la malattia si ripresenta tutti gli anni con aumento dell’inoculo, provocando perdite anche superiori al 50%.

• Difesa L’unica possibilità è l’impiego di varietà resistenti. Utile la rotazione per prevenire l’accumulo nel terreno delle spore del protozoo vettore del virus.

    Striatura fusiforme del frumento Wheat streak mosaic virus

Agente causale WSMV Wheat streak mosaic virus

• Classificazione fam. Potyviridae gen. Tritimovirus

Sintomatologia I sintomi sono prevalentemente a carico delle foglie, in particolare di quelle a bandiera, sulle quali compaiono macchiettature gialle e striature clorotiche longitudinali e frammentate [ 4 ].

▶ Piante ospiti e distribuzione Il virus infetta una larga gamma di ospiti, comprendendo diverse varietà di frumentotriticale, orzo, segale, maissorgo e anche numerose specie di graminacee, spontanee e coltivate.
È presente in buona parte delle aree cerealicole italiane, in particolare in Val Padana e Lazio e in altre aree del globo (USA, Cina, Giappone).

▶ Diagnostica L’identificazione viene eseguita con test di laboratorio (es. il test sierologico ELISA).
▶ Trasmissione ed epidemiologia La trasmissione del virus è dovuta a un acaro eriofide, Aceria tosichella [ 5 ], a sua volta trasportato dalle correnti aeree, il quale si localizza tendenzialmente sui margini fogliari del grano e vive su diversi ospiti coltivati e spontanei. WSMV, per essere inoculato, deve essere ingerito dalle ninfe di primo e secondo stadio dell’eriofide vettore (sono sufficienti pochi minuti di suzione affinché il virus sia acquisito); il successivo trasferimento su un nuovo ospite avviene con le punture di nutrizione dell’eriofide (i tempi di inoculazione non sono inferiori ai 15 minuti). La diffusione del virus è favorita da estati piovose: in queste condizioni A. tosichella si moltiplica numeroso sulle graminacee spontanee, per trasferirsi in autunno sul grano.
▶ Danni e distribuzione Questa virosi sembra presente, al momento, solo nelle aree cerealicole settentrionali. I danni sono variabili in rapporto alle condizioni climatico-ambientali.

• Difesa La difesa può essere operata su due fronti: scelta di varietà di frumento resistenti; contenimento della popolazione dell’acaro eriofide mediante distruzione dei residui, pulizia da graminacee spontanee, rotazioni con specie non-ospiti.

    Nanismo giallo dell’orzo Barley yellow dwarf virus

Agente causale BYDV (Barley yellow dwarf virus)

• Classificazione fam. Luteoviridae gen. Luteovirus

Sintomatologia I sintomi iniziali della virosi consistono in colorazioni giallo-oro delle punte delle foglie a partire dalla fase di accestimento dell’orzo. L’ingiallimento si estende progressivamente verso il basso mentre sulle punte il colore diventa rossovino [ 6 ].
La malattia induce anche alterazioni morfologiche che si evidenziano alla fase di levata: la pianta manifesta un aspetto a rosetta e nanismo.
Le spighe possono risultare in tutto o in parte sterili.

▶ Piante ospiti e distribuzione Il virus infetta l’orzo e, in maniera meno dannosa, frumento, segale, avenamais, sorgo, riso e anche foraggere [ 7 ]. La malattia ha un carattere endemico nelle regioni del Centro e del Settentrione. Probabilmente è presente in tutto il mondo.

▶ Diagnostica La diagnosi di campo non è difficile. L’identificazione sicura del virus è eseguita con metodi di laboratorio (ELISA, PCR).
▶ Trasmissione ed epidemiologia BYDV viene inoculato da alcune specie di afidi con trasmissione di tipo persistente-circolativa. Di questo virus a RNA a singolo filamento sono noti alcuni ceppi collegati, per quanto concerne l’efficacia della trasmissione, a determinate specie di afidi (ceppo MAV a Sitobion avenae, ceppo PAV a Rhopalosiphum padi, ceppo RMV a Rhopalosiphum maidis).
Il trasferimento dei virioni dall’afide alle piante e l’assunzione delle particelle virali da parte dell’insetto richiedono una prolungata puntura di suzione.
Una volta acquisito, il passaggio dall’intestino all’emolinfa e il successivo attraversamento della lamina che avvolge le ghiandole salivari sono selettivi (soprattutto quest’ultimo) in rapporto allo specifico binomio ceppo di virus/specie di afide; infine le particelle virali giungono nel canale salivare, pronte per essere iniettate con la saliva nel tessuto floematico delle piante quando l’afide vi infigge il rostro per nutrirsi degli elaborati.
A 12 ore dall’acquisizione del fitovirus gli afidi possono essere già infettivi e conservano questa capacità anche per tutta la vita, in quanto le particelle virali sono protette dalla degradazione da parte degli enzimi presenti nell’emolinfa dell’insetto grazie a una proteina elaborata da un battere, Buchnera aphidicola, che vive come endosimbionte nelle cellule di rivestimento dell’emocele. Sono ospiti di BYDV i cereali e più di 75 specie prative annuali e perenni.
La diffusione del virus in campo dipende interamente dai movimenti degli afidi vettori.
Di solito in primavera le forme alate di questi insetti iniziano a migrare e a trasferire le particelle virali sulle piante spontanee, che così costituiscono una fonte di inoculo per successive infezioni. La presenza degli afidi sull’orzo è rilevabile principalmente in autunno e anche in primavera, periodi in cui tali fitofagi trovano buone fonti alimentari nelle colture di sorgo e mais.
▶ Danni Sono più consistenti se l’infezione è precoce, in quanto la giovane pianta difficilmente sopravvive anche perché diventa molto sensibile al freddo.
Poiché il virus è trasmesso da afidi, la malattia è favorita da tutte quelle condizioni ambientali che facilitano la moltiplicazione e la diffusione dei vettori (es. temperature di 10-18 °C e alta umidità; vicinanza di colture di specie - quali sorgo, mais, foraggere - che fungono da ospiti intermediari nel ciclo biologico degli afidi).
In Pianura Padana si sono registrati scoppi epidemici con danni produttivi del 30-60%.

• Difesa Il controllo della virosi si effettua con tre linee di difesa:
impiego di varietà resistenti;
lotta agli afidi con trattamenti insetticidi posizionati dopo l’emergenza delle plantule (soglia indicativa: 3-5 afidi per pianta);
semina posticipata a cavallo tra ottobre e novembre per sfasare la germinazione dell’orzo rispetto al ciclo biologico dei vettori.

DIFESA DELLE COLTURE AGRARIE
DIFESA DELLE COLTURE AGRARIE